Per la Cassazione, il Tribunale del riesame di Catania deve rivedere il verdetto con il quale ha escluso il traffico di rifiuti a bordo delle navi delle Ong Vos Prudence e Aquarius. La Suprema corte ha, infatti, annullato con rinvio, l’ordinanza del Tribunale etneo, che aveva negato il reato, per l’assenza di un’organizzazione, pur considerando esistente la potenziale infettività dei rifiuti derivanti dalle operazioni di salvataggio, compresi i rifiuti sanitari derivanti dall’assistenza prestata a bordi ai migranti, smaltiti non correttamente. Materiale a rischio infettivo che avrebbe dovuto essere trattato con la predisposizione di appositi mezzi, era stato invece classificato come rifiuto speciale, con l’applicazione della più vantaggiosa tariffa di 8 euro al sacco.
Lo scrive il Sole24ore che pubblica anche la sentenza della Cassazione
I rifiuti sanitari infetti – Ad avviso dei giudici è emersa «la sistematica illecita miscelazione dei rifiuti sanitari infetti prodotti a bordo di tali navi (costituti da indumenti indossati dai migranti, scarti degli alimenti loro somministrati, materiali utilizzati per l’assistenza medica a bordo) con quelli solidi urbani o speciali non pericolosi, così eludendo, a fine di profitto, le disposizioni concernenti il trattamento di rifiuti infetti».
È dunque sbagliata la conclusione del riesame sulla non configurabilità del reato a causa dell’assenza di mezzi e risorse nell’ambito di una struttura anche rudimentale. Ora il Tribunale dovrà rivedere il suo verdetto in linea con le indicazioni fornite dai giudici di legittimità.