Nel Movimento è guerra a Luigi Di Maio. Dopo la sconfitta in Umbria, il capo politico ha dichiarato “che si tratta di un test (quello con il Pd) non riuscito”. A bloccare il dietrofront del leader sono Beppe Grillo, Giuseppe Conte e niente di meno che Roberto Fico. Lo stesso fondatore – scrive Repubblica – in privato continua a ribadire “che non permetterà a Di Maio di far saltare questa alleanza”.
D’altronde è stato proprio Grillo, assieme a Renzi, a dar vita al governo giallo-rosso. Una posizione, questa, che non piace al capo politico, alle prese con una fronda numerosa intenzionata a farlo fuori. “Non porterò il Movimento a sinistra. I flussi sono chiari: devo tenerlo lontano da Zingaretti, altrimenti i nostri non ci votano – scandisce il ministro degli Esteri al telefono con Conte – Moriamo, se ci schiacciamo sul Pd”.
C’è addirittura qualche grillino che parla di un aut aut: un documento nel quale si chiede a Di Maio di scegliere tra “capo o ministro”.
Sottotraccia, si muove anche Fico. “Guai – sostiene – a fermare la costruzione dell’alleanza con il Pd“. L’ago della bilancia, però, resta Grillo. Sulla carta è l’unico a poter sfiduciare Di Maio da capo politico. Nella pratica, però, provocherebbe la caduta del governo. Perché Di Maio lavora per essere l’ultimo punto di equilibrio possibile. A questo, di certo, mira il suo posizionamento dopo il risultato da estinzione in Umbria. liberoquotidiano.it
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