Papa Giovanni Paolo I voleva denunciare gli illeciti della Santa sede, in particolare un gruppo di truffatori tra cardinali e gangster che falsificavano le azioni delle multinazionali USA come Ibm, Coca Cola e Sunoco e per questo sarebbe stato avvelenato con una dose di cianuro in una congiura di Palazzo ordita da Paul Marcinkus. E’ questo il terribile scenario descritto nel libro “When the Bullet Hits the Bone” (“Quando il proiettile colpisce l’osso”) uscito oltreoceano nelle librerie statunitensi.
Un quadro inquietante – scrive antimafiaduemila.com – che potrebbe attirare l’attenzione di qualche autorità inquirente, quanto meno per verificare le accuse, ma che va preso con la dovuta cautela. L’autore infatti non è un vaticanista, né uno storico ma Anthony Luciano Raimondi, un ex gangster della famiglia mafiosa americana dei Colombo. Luciano vanta un legame di parentela “di tutto rispetto”, è nipote di Lucky Luciano, il potente boss di Cosa nostra americana, mentre il cugino è lo stesso Paul Marcinkus, l’arcivescovo statunitense a capo dello IOR.
Fu proprio Marcinkus, come scrive Anthony Luciano nel proprio libro, ad avergli ordinato di recarsi a Roma per assassinare Papa Luciani. Quest’ultimo infatti avrebbe scoperto che nel giro di affari del Vaticano era in qualche maniera coinvolto lo stesso Marcinkus. L’autore del libro era stato chiamato a Roma per preparare il complotto, studiando le abitudini di Luciani.
A detta di Anthony Luciano l’ex numero uno della Banca Vaticana fece mettere il Valium nella tazza di tea che Giovanni Paolo I beveva la sera, così da farlo addormentare. Dopodichè avrebbe usato un contagocce per mettergli il cianuro in bocca. Quando si venne a sapere del decesso del pontefice, Marcinkus e i suoi complici si erano precipitarono nella stanza fingendo stupore. Raimondi sostiene che anche il suo successore, Giovanni Paolo II, aveva rischiato di fare la stessa fine, ma poi aveva rinunciato a perseguire i truffatori e così si era salvato.