di Andrea Indini – – blog.ilgiornale.it/indini
“Il caos è la più grande forma di democrazia di questo secolo e io sono il caos”. Prima di calcare il palco di Italia a 5 Stelle, Beppe Grillo fa trasmettere un video di pochi minuti. Non è teatro, eppure c’è il comico in maschera che dice di essere l’incarnazione della sua stessa entropia che tutto distrugge. E non è nemmeno semplice recitazione perché, sebbene nei panni di Joker, parla all’evento (politico) di un movimento (politico) che lui stesso ha contribuito a fondare e che ora si trova al governo. Eppure è ancora sull’odio per il sistema e sul ribaltamento della società che Grillo continua a speculare. Un’operazione pericolosa perché soffia, ancora una volta, su personaggi che, dopo essere stati a lungo schiacciati dallo Stato ed emarginati dai più forti, si ribellano con violenza.
Un tempo era la maschera di Guy Fawkes del film V per vendetta, adesso è il volto da clown del Joker di Joaquin Phoenix. Un film, quello di Todd Phillips, che ha vinto il Leone d’oro al Festival di Venezia e che, quando è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi, è stato definito “pericoloso” dai media perché troppo “indulgente” nei confronti della violenza che spinge i più deboli ad armarsi e a compiere l’ennesima carneficina.
Negli Stati Uniti, d’altra parte, c’è un precedente: nel 2012 James Holmes ha ammazzato dodici persone in un cinema di Aurona, mentre stavano proiettando Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Il punto è proprio questo: confondere la realtà che viviamo con la distopica Gotham City. Facendo così si mischiano i piani e il risultato rischia di essere esplosivo.
Il film di Phillips racconta un male vero, che probabilmente molti di noi toccano con mano quotidianamente. È l’emarginazione dei più deboli, il fallimento della società nell’aiutare gli ultimi, il trionfo della violenza come via di fuga. Ma, se tutto questo dovesse incarnarsi in una rivolta anti sistema, si arriverebbe al caos. Lo stesso caos tanto caro a Grillo e che, singolarmente, è uno degli elementi chiave di V per vendetta: “Sotto la fragile crosta della civiltà si agita il freddo caos. E in certi posti il ghiaccio è pericolosamente sottile”.
Si badi bene, nel video trasmesso ieri sera non si parla mai esplicitamente di una rivolta contro il sistema (ormai incarnato dallo stesso MoVimento) ma i toni sono apocalittici e foschi. “Io non ho piani – recita il comico – la politica parla di piani, la finanza parla di piani, lo spread parla di piani…”. Quello che ha dipinto è un mondo “sovraffollato”, sulla via del collasso con “quattro miliardi e mezzo di asiatici che stanno triplicando, entro i prossimi dieci anni, i loro consumi di petrolio, di carbone, di acciaio, di materie prime, di suv, di ferrovie, di gasdotti, di qualsiasi cosa”.
Per Grillo l’unica risposta a questo inarrestabile correre del mondo è, appunto, il caos. “Io non vivo di piani – dice – io vivo nella mia entropia, in questa legge della termodinamica dove si sfascia tutto e tutto deperisce e la materia si trasforma in altre cose”.
E poi, dulcis in fundo: “Il caos è la più grande forma di democrazia di questo secolo e io sono il caos”. Non una semplice pièce teatrale ma parole che hanno un peso perché pronunciate davanti a settemila militanti e subito circolate ovunque sul web. E così, ancora una volta, l’ideatore dei “Vaffa-day” ripropone la lotta contro il sistema. Solo che adesso nei gangli di quel sistema c’è il suo stesso MoVimento che fiancheggiava i violenti No Tav, che ammiccava a no global e centri sociali e che prometteva di far aprire in due il parlamento come una scatoletta di tonno.