M5s festeggia a Napoli il decennale. Ma sarà un funerale

Doveva essere la festa dei Cinquestelle, ma l’impressione è che sarà un funerale. Il loro decennale si svolgerà nel weekend a Napoli e dovranno fare incetta di maschere per non farsi riconoscere. Il trionfo al governo trasformato in un disastro. Fioramonti docet anche se pure Toninelli non se l’erano fatto mancare.

Un bottino magro per un Movimento che doveva fare la rivoluzione, aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Ma hanno dovuto cambiare idea su tutto, inghiottire nel nome della poltrona che non disdegnano. Lo stesso taglio dei parlamentari, che hanno voluto prima della manifestazione di Napoli per portare a casa almeno un trofeo, alla fine lo festeggiano solo loro e i loro alleati lo subiscono. Paradossalmente le tagliano proprio per amore di poltrone. Ma quelle future, però, perché quelle attuali se le vogliono tenere senza cimentarsi di fronte al corpo elettorale.

Il reddito di cittadinanza ai brigatisti – – Avrebbero potuto sventolare il reddito di cittadinanza, ma dopo quello che si apprende tutti i giorni, se ne dovranno vergognare visto che viene intascato persino dai terroristi.

Siamo curiosi di ascoltare la relazione principale, quella che andrebbe intitolata alla loro mutazione genetica. “Nati contro i partiti, ci alleiamo con qualunque partito”.

Sui social, dove sono nati, i Cinquestelle sono fatti a pezzi. La lista delle promesse è immortalata assieme ai tradimenti nelle foto, nel post, nei tweet. Era complicato scrivere una frase critica nei loro confronti. Venivi giubilato all’istante. Adesso gli insulti perseguitano loro.

Il perché è facile da intuire. Sono morti e fingono di respirare. Se dici no alle trivelle e poi col 32 per cento dei voti vincono “gli altri”, hai perso. Se prometti il no alla Tap e poi la realizzano, sei un fanfarone. Se dichiari guerra alla Tav e poi vai sotto e ti tieni il premier che dice esattamente il contrario, ti devi nascondere.

Cinquestelle: la parola data vale zero

Dichiari che i tuoi eletti resteranno in carica due mandati e per paura di perderli ti inventi il mandato a zero, quanto vale la tua parola? Uno vale uno non esiste più, esattamente come lo streaming per qualunque riunione: trasparenza abolita. Sono le antiche parole d’ordine a non valere più nulla e loro fischiano per aria, fanno spallucce, magari ci ridono sopra.

Grida vendetta il no alle alleanze di antica memoria: non solo il governo col Pd dopo quello con la Lega. Ma persino nel territorio si uniscono con quelli che hanno denunciato e fatto arrestare: succede in Umbria. Dimenticato, sepolto, lo scandalo della sanità.

“Giuseppi” ha bisogno di Trump e gli F35 non sono più tabù. Erano contro i vaccini e Zingaretti accoglie la Lorenzin nel partito con chi governano. Non bastava Burioni.

Bibbiano era uno scandalo, adesso tacciono. Con i partiti degli indagati non ci parlavano, ora ci amoreggiano a palazzo Chigi. L’euro era moneta da potere forte, adesso è idolatrato. Porti chiusi con Salvini, frontiere spalancate con Zingaretti.

Volevano la galera per Mattarella con l’impeachment, ora è il loro guru istituzionale. In fondo stanno in maggioranza con Matteo Renzi e Maria Elena Boschi e hanno votato la fiducia al Conte bis con Pierferdinando Casini.

Copritevi. (E siamo buoni, Virginia Raggi non ve la stiamo rinfacciando).

di Francesco Storace