Pregiudizi verso mamma e bambino, denunciata consulente tribunale di Monza

MONZA (4 Ottobre 2019). Una perizia  totalmente priva di fondamento, realizzata con il solo, chiaro intento di allontanare un bambino dalla propria madre. Una relazione completamente sbilanciata a favore di un padre fatto apparire come perfetto, se non fosse che però è accusato di maltrattamenti e atti persecutori.

«Che c’è dietro?» si domanda l’avvocato Francesco Miraglia, che difende la mamma di questo bambino di Monza e che ha presentato con lei denuncia contro la consulente del Tribunale di Monza che ha stilato la perizia. «Guarda caso la perizia tecnica richiesta dal Tribunale è stata condotta da una psicologa che si rifà ai modelli di diagnosi e analisi elaborati dal Cismai, il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, al centro di decine di processi per presunti abusi su minori poi conclusosi con assoluzioni e ora coinvolta nel caso di Bibbiano. E poi, guarda caso, l’ausiliario del giudice del Tribunale ordinario di Monza è sposata con una persona che gestisce delle case famiglia. Troppi indizi per non pensare che dietro non ci sia un disegno preciso».

Talmente clamorose, poi, le falsità scritte dalla consulente del Tribunale tanto da essere stata denunciata. È arrivata a scrivere che la mamma del bambino abbia falsificato dei certificati medici con l’unico scopo di non far vedere il figlio al padre: come si può arrivare a pensare che dei medici vengano convinti a falsificare dei certificati?

«Cosa è? Una congiura contro un padre modello che però è stato denunciato per maltrattamenti e atti persecutori?» prosegue l’avvocato Miraglia. «Sempre secondo la consulente la madre si sarebbe inventata persino i maltrattamenti, comprovati in realtà da certificati medici. Sarebbero falsi pure questi, secondo questa consulente, che ha poi ha aggiunto, in maniera mendace, che la mamma del bimbo volesse scappare in Calabria e ha descritto comportamenti del bambino che dimostrano, a suo dire, un disagio, ma che in realtà non sono mai avvenuti. Troppo davvero per non pensare a un disegno preciso e pertanto chiediamo chiarezza e di rimuovere immediatamente la consulente dal caso, in considerazione del suo elaborato del tutto infondato, imparziale e privo di oggettivi riscontri. Chiediamo altresì di rimettere tutto nelle mani di un consulente che sappia fare davvero il suo lavoro».

 Avv. Francesco Miraglia