Grecia: rimanderemo 10mila migranti in Turchia

Il governo di Atene ha annunciato oggi la sua volontà di rinviare circa 10.000 migranti in Turchia entro la fine del 2020: la decisione è stata presa durante una riunione del governo convocata urgentemente dopo un incendio mortale e una rivolta in un campo sull’isola di Lesbo.

“Dai 1.806 rinvii in quattro anni e mezzo sotto il precedente governo Syriza” di Alexis Tsipras, il gabinetto del primo ministro conservatore Kyriakos Mitsotakis vuole passare “a 10.000 entro la fine del 2020”, si legge in un comunicato rilasciato dopo il Consiglio dei ministri e ripreso dall’Afp.

Con la moltiplicazione degli arrivi sulle sue isole nel Mar Egeo, la Grecia sta vivendo la sua “fase peggiore” dall’accordo Ue-Turchia del 2016, con 70.000 migranti e rifugiati sul suo territorio, ha detto oggi a Lesbo il vice ministro della Protezione civile Lefteris Oikonomou.Tra le altre misure annunciate, figurano il rafforzamento delle pattuglie nel Mar Egeo, ulteriori trasferimenti di migranti dalle isole alla terraferma, la costruzione di centri per immigrati clandestini o per coloro a cui è stato rifiutato l’asilo o la revisione del sistema di asilo, secondo lo stesso comunicato.

L’accordo tra Bruxelles e Ankara, entrato in vigore il 20 marzo 2016, prevede il ritorno in Turchia di migranti clandestini che arrivano sulle isole greche vicine alla Turchia (di solito Lesbo, Chios, Kos, Leros e Samos) e di rifugiati siriani per i quali la Turchia è considerata un “paese sicuro”.L’accordo ha consentito di ridurre drasticamente il numero di arrivi, dopo l’ondata che aveva visto un milione di persone, principalmente siriane, arrivare in Grecia e poi nel resto dell’Ue nel 2015 e all’inizio del 2016. ASKANEWS

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