BRUXELLES – Con una sentenza clamorosa, il Tribunale dell’Unione europea ha annullato martedì 24 settembre la decisione della Commissione europea di ritenere illegittimo aiuto di stato l’accordo fiscale concesso dal governo olandese a Starbucks, la catena di caffè americana.
Come scrive ilsole24ore.com, secondo il tribunale, “la Commissione europea è stata incapace di dimostrare l’esistenza di un vantaggio a favore di Starbucks”. La sentenza giunge mentre la stessa magistratura comunitaria sta valutando un appello di Apple, accusata di avere ottenuto dal governo irlandese un simile accordo fiscale. Bruxelles l’ha considerato illegittimo aiuto di stato e ha quindi chiesto alla società americana di rimborsare a Dublino mancato gettito per 13 miliardi di euro.
La sentenza del tribunale elenca una serie di errori compiuti dalla Commissione europea nel caso Starbucks, risalente al 2015. In ultima analisi, secondo la magistratura comunitaria, «la Commissione non è riuscita a dimostrare l’esistenza di un vantaggio economico secondo l’articolo 107 dei Trattati». Quest’ultimo regolamenta gli aiuti di stato così come il compito di Bruxelles di garantire la libera concorrenza sul mercato unico.
Nel contempo, lo stesso Tribunale dell’Unione europea ha ritenuto corretta la decisione della Commissione relativa a FCA e all’accordo fiscale ottenuto dalla società automobilistica in Lussemburgo. In questo caso, a differenza che nella vicenda Starbucks, la Commissione europea ha fatto un confronto con un livello di tassazione normale, dimostrando in effetti il vantaggio illegittimo ottenuto dal gruppo italo-americano.
«Il Lussemburgo – hanno commentato le autorità granducali – prende atto della sentenza odierna del Tribunale dell’Unione europea nella causa FCA Finance e Trade e analizzerà la decisione con la dovuta diligenza, riservandosi tutti i suoi diritti». Sia a FCA che a Starbucks la signora Vestager aveva chiesto il rimborso di mancato gettito fiscale per 30 milioni di euro ciascuno. Lo sguardo ora corre all’esito del ricorso che Apple ha presentato contro la decisione ai suoi danni del 2016.