Non per ansia da vilipendio, ma Mattarella una cosa la deve dire. Perché questa storia di Renzi è un mistero di Palazzo e il Palazzo invece deve aprirsi. Ci avete raccontato ce se non si faceva il governo aumentava l’Iva e tante altre sconcezze del genere. Ora arriva lo scissionista – non stiamo parlando di camorra – e tutti già pensano al grande ricatto che da ora in avanti peserà su Conte. E’ i-n-t-o-l-l-e-r-a-b-i-l-e, presidente Mattarella.
Il Capo dello Stato ha fatto le consultazioni e ha dato l’incarico. Conte ha fatto le consultazioni e si è beccato l’incarico. Delle condizioni di Renzi non sapeva niente nessuno. E se Renzi fa un partito non è che accade solo per cambiare aria. Mattarella, ad esempio, visto che Matteo da Rignano ha telefonato il suo “stai sereno” a Conte e non al Quirinale, sapeva già della scissione? Non è lana caprina: se ne era ignaro vorrebbe dire che nonostante due ministri e relativi sottosegretari l’ex segretario del Pd ha fatto fesso anche il Capo dello Stato. Che, ad essere maliziosi, proprio lui ha voluto al Colle. Se lo sapeva, Mattarella deve spiegare perché ha affidato le sorti della legislatura al bizzoso leader toscano.
Non potevano non sapere
Dietrologia a parte, nelle scorse settimane, per giustificare il vergognoso passaggio da un Conte all’altro, si è scomodata la stabilità. Difficile che quella promessa abbia più possibilità di essere mantenuta da oggi rispetto a ieri. Lo testimonia anche lo stupore con cui a Palazzo Chigi hanno dipinto il giudizio del premier su Renzi. Che ha agito dopo aver incassato, appunto, un gruzzolo di poltrone di governo.
Eppure non potevano non sapere… Se tutti hanno preso atto che è stato proprio lui a dare il via alla manovra per portare gli sconfitti al governo, era evidente che da Conte e Zingaretti a Di Maio si sarebbero messi sotto le grinfie di Renzi. Il quale, almeno pubblicamente, di governo “di legislatura” e alleanze con il M5S non ha mai parlato.
Ad esempio, se ci fossero state consultazioni anche con lui, che cosa avrebbe potuto dire Di Maio alla domanda di Mattarella sulla disponibilità ad allearsi con Renzi? Già, perché il capo pentastellato ha sempre detto che per lui l’interlocutore era solo Zingaretti. E ora, buonuomo?
La beata compagnia dei cialtroni si imbroglia da sola. Non sono capaci di dire la stessa cosa per ventiquattr’ore di seguito. Il presidente Mattarella può davvero consentire che l’Italia sia umiliata da costoro?
Renzi ha bisogno del tavolo delle nomine…
La tanto evocata democrazia parlamentare tollera anche le prese in giro plateali quando la prima vittima è il Capo dello Stato? Ma che affidabilità ha questa classe dirigente senza ritegno, con il varo della seconda manovra di Palazzo in poche settimane?
E la cosa più incredibile che si giustifica tutto con la volontà di Renzi di sedersi al tavolo delle cospicue nomine che attendono il governo dell’Italia. Ma quale Iva? Ma quali tasse, quale manovra? I porti chiusi o aperti? No, conta solo il loro sporco potere alla faccia del popolo sovrano.
Banchettate pure, signori del nuovo pentapartito in formato mignon, recitate la parte che pensate che vi convenga, ma non andrete lontano. Perché è proprio questa la politica che fa schifo.