August Hanning, ex capo dell’intelligence tedesca, parla esplicitamente di “rischio enorme per la sicurezza” ed incolpa la cancelliera Merkel per gli oltre 300mila migranti non identificati presenti in Germania. La cancelliera tedesca Angela Merkel è stata a lungo criticata per la sua controversa politica sull’apertura delle frontiere ai rifugiati. La ricaduta delle polemiche ha provocato aspre lotte politiche all’interno del Governo ed un’impennata al sostegno ai partiti di destra sia in Germania che nel resto d’Europa.
August Hanning, ex direttore del servizio di intelligence tedesco, ieri, 15 settembre, ha dichiarato in un’intervista al Sunday Express che la decisione della cancelliera Angela Merkel di autorizzare l’immigrazione senza restrizioni ha messo in pericolo la sicurezza nell’intera Repubblica federale. Hanning, durante la sua breve visita nel Regno Unito, ha pubblicamente criticato la Merkel per aver generato una “crisi di sicurezza” per la Germania e gli altri stati membri dell’Unione Europea.
“Abbiamo visto le conseguenze di questa decisione in termini di opinione pubblica tedesca e sicurezza interna. Abbiamo problemi ogni giorno. Abbiamo criminali, sospetti terroristi e persone che usano identità multiple. Coloro che hanno preparato gli attacchi di Berlino avevano usato 12 identità diverse. Oggi le regole sono un po’ più rigide ma in Germania abbiamo ancora 300.000 persone delle quali non possiamo essere certi delle identità. È un grosso rischio per la sicurezza”, ha dichiarato l’esperto di sicurezza tedesco.
Hanning, che è stato direttore dell’agenzia di intelligence dal 1998 al 2005, ha affermato che la Merkel avrebbe mostrando debolezza politica dando risposte contraddittorie al problema.
La politica delle ‘porte aperte’ di Berlino, che ha permesso l’entrata di centinaia di migliaia di persone dal Medio Oriente e Nord Africa, ha suscitato non poche critiche da parte di coloro che affermano che la questione della sicurezza nel Paese sarebbe gravemente peggiorata a causa dell’immigrazione incontrollata.
Nel 2015 la cancelliera Merkel aveva sospeso unilateralmente le normali procedure alle frontiere per aprirle all’eccezionale flusso di persone che fuggono dai conflitti e cercano una vita migliore. Il flusso raggiunse poi un picco storico la stessa estate del 2015 quando la Germania raccolse fino a un milione e mezzo di migranti in un solo anno. La conseguenza di tutto ciò, per altro prevedibile, fu l’amara discordia politica all’interno del Governo tedesco e l’ondata di sostegno ai partiti di destra, primi tra tutti Alternative for Deutschland (AFD).
Di fatto proprio in Germania, il più grande destinatario europeo di migranti, si è già registrato un sensibile aumento della micro criminalità, sopratutto per quanto riguarda le aggressioni all’arma bianca, nelle quali spesso sono coinvolti i nuovi arrivati immigrati.
Uno di questi attacchi, presumibilmente commesso da richiedenti asilo siriani e iracheni l’anno scorso nella città di Chemnitz, aveva provocato imponenti manifestazioni contro la cancelliera e la sua politica sui rifugiati.