Un ulteriore finanziamento di 80 mila euro a un consultorio transgender, mentre la sanità regionale fa acqua da tutte le parti e chiudono reparti ospedalieri importanti, anche oncologici. La denuncia arriva dal capogruppo della Lega in regione Toscana, Elisa Montemagni. Sentita da Adnkronos, l’esponente leghista ha puntato il dito contro la giunta Pd e il governatore Enrico Rossi, che dal 2013 supportano le attività del consultorio “Transgenere” di Torre del Lago, frazione di Viareggio (Lucca). Un centro – come si legge sul sito ufficiale della struttura – attivo “nella difesa e tutela delle persone Transessuali e Transgender, in collaborazione con l’Usl 12 Versilia” e nel quadro di un progetto approvato dal Consiglio regionale toscano con la delibera n° 153 del 4 marzo 2013.
“Con la sanità toscana che continua a fare acqua da tutte le parti, mentre chiudono addirittura reparti molto importanti come quelli oncologici, la Giunta regionale pensa bene di elargire ben 80 mila euro a supporto della predetta struttura che, negli anni, ha spesso goduto di fondi economici anche ben più elevati dell’attuale“, spiega Montemagni, preoccupata per le perdite della sanità regionale che nel 2018, come scriveva a maggio L‘arno, ammontavano a 200 milioni di euro. Un debito che ha costretto la giunta dem a tagliare le risorse, andando a peggiorare una situazione già difficile a causa delle “tante carenze – denuncia la capogruppo leghista – a cominciare dall’atavica carenza di personale medico ed infermieristico, dalla penuria di posti letto in molti ospedali e dalle infinite liste d’attesa, senza tralasciare il fatto che alcuni nosocomi appaiono in condizioni precarie“.
Per la Lega, lo stanziamento di 80 mila euro in favore di chi è “al di là del genere sessuale” rappresenta la “classica operazione acchiappa voti, soldi dei toscani buttati e giustificati, come spesso accade, dietro al fantasma della discriminazione“. I servizi del consultorio “Transgenere” sono supporto psicologico, assistenza endocrinologica, psichiatrica e legale, assistenza nell’iter di riassegnazione e al cambio anagrafico per le persone che hanno una condizione di real life di almeno 5 anni e che non intendono sottoporsi a intervento.
Già nel 2015, l’allora consigliere regionale toscano di Fratelli d’Italia – oggi deputato – Giovanni Donzelli aveva criticato i 60 mila euro donati al consultorio dalla giunta dem: “Nessuno vuole discriminare qualcuno in base al suo orientamento sessuale, ma se uno vuole diventare trans non lo faccia a mie spese. Con tutti i problemi che ci sono, mi sembra assurdo pagare l’assistenza psicologica a chi vuol cambiare sesso. Non siamo mica su Marte“, il duro sfogo dell’esponente di Fdi. Ma la giunta regionale ha tirato dritto, continuando ogni anno a finanziare il consultorio per transgender. Senza curarsi troppo dello sprofondo rosso dei conti sulla sanità.
Per il governatore della Toscana, Enrico Rossi, lo squilibrio nei conti della Regione “è da addebitarsi essenzialmente al rinnovo dei contratti del personale dipendente e del rinnovo delle convenzioni mediche“. Tanto che, ricorda ancora il presidente dem, il debito complessivo sarebbe sceso da un ammontare iniziale di 885 milioni al valore attuale. Peccato che la sua tesi difensiva non abbia convinto il premier Conte che a maggio, con il governo giallo-verde ancora insediato, aveva minacciato di commissariare la sanità toscana. Chissà cosa ne pensa oggi “Giuseppi” che con il partito di Rossi ci governa…
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