Caso Why Not, Cassazione assolve Murone e Favi. Mastella: De Magistris risarcisca

Annullata, senza rinvio, dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d’ufficio contestati all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone (difeso da Mario Murone), e all’avvocato generale Dolcino Favi (difeso da Francesco Favi), i quali avevano adottato provvedimenti atti a sollevare dalle indagini ‘Why Not’ e ‘Poseidone’ l’ex pm Luigi de Magistris, adesso sindaco di Napoli.

L’annullamento senza rinvio comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati. La sentenza mette fine a un procedimento iniziato nel 2008 con le perquisizioni e i sequestri effettuati negli uffici giudiziari di Catanzaro. A dirimere quello che venne definito lo scontro tra Procure (quella di Salerno e quella di Catanzaro) dovette intervenire l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il procedimento che si è concluso oggi ha avuto inizio nel 2007 a seguito di numerose denunce presentate da De Magistris il quale sosteneva che gli fossero state illegittimamente sottratte le indagini.

Cristiano Fantauzzi– ADNKRONOS  – “La definitiva sentenza della Cassazione su Why not non solo dà ragione a magistrati corretti e onesti, umiliati da un personaggio che ha utilizzato i suoi poteri di pm ai fini di una vanitosa ascesa politica, ma racconta di una persecuzione contro persone perbene, messe alla gogna mediatica”. Lo dice all’Adnkronos Clemente Mastella, che definisce quella di oggi “una bella giornata per la giustizia italiana”.
“Ricordo personalmente – aggiunge il sindaco di Benevento ed ex ministro della Giustizia – che De Magistris, circondato da una falsa aureola di Robin Hood campano in territorio calabrese, mi addebitò finanche il reato di partecipazione ad associazione massonica segreta, una cosa incredibile, vergognosa e fuori da ogni logica storica e giudiziaria”.

“Mi auguro ora -prosegue- che la Corte di appello di Roma, che su mandato della Cassazione deve stabilire solo la quantificazione del danno morale e materiale che questo signore mi causò, decida di decidere al più presto”.
“Dalla Procura di Catanzaro – continua Mastella – partirono allora, lo ricordo con tristezza, irragionevoli e pretestuosi avvisi di garanzia ai miei danni mentre ero ministro della Giustizia e assurde ipoteche morali circa la mia attività politica che hanno portato ad effetti drammatici incalcolabili e mai sanabili”.
“Solo la mia dignità e quella di tante altre persone per bene ha retto in questi lunghi anni alla cattiveria di chi si esercitò in spaventosi e illogici comportamenti investigativi. Oggi -conclude Mastella- è un bel giorno per la giustizia italiana”.