L’ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, si sfoga su Facebook. Ammette gli errori ma sostiene di aver pagato più del dovuto: “Il sistema ha reagito con una campagna mediatica pianificata contro di me“. Tradito dal Movimento 5 Stelle: “In questi 15 mesi ho dato il massimo. Ecco che cosa ha scritto.
“Sapevo che l’impegno sarebbe stato al tempo stesso gravoso ed entusiasmante, ma questi 15 mesi di governo sono andati oltre ogni mia immaginazione e previsione. È stata un’esperienza intensa come non mai.
Ho dato il massimo per onorare il mio mandato al Mit, per interpretare quel cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Ho donato tutto me stesso, a volte anche sbagliando, come può capitare, ma comunque nella convinzione di aver agito, giorno dopo giorno, per l’esclusivo interesse dei cittadini.
E i risultati stanno lì a dimostrarlo.
Lo dimostra Genova con i segni evidenti della sua rinascita dopo la tragedia del Morandi. La dedizione mia e del Governo per la città è stata assoluta: basti ricordare il miliardo che abbiamo impegnato per dare pronte risposte ad abitanti e imprese coinvolti nel crollo del ponte.
Lo dimostra lo sforzo per il rilancio del porto di Gioia Tauro che sembrava destinato a morire. Oppure il lavoro per riattivare i grandi cantieri Cmc in Sicilia e il Quadrilatero Marche-Umbria, cantieri che versavano in stallo totale.
Lo dimostra la grande riforma del Codice degli appalti che abbiamo avviato: proprio in questi giorni si è chiusa la consultazione pubblica per la stesura del Regolamento unico, con circa 600 contributi arrivati. Soprattutto, abbiamo messo in campo le condizioni per sbloccare o accelerare poco meno di 40 miliardi di opere attraverso i commissariamenti del decreto Sblocca cantieri. Senza dimenticare gli oltre 50 miliardi di lavori attivati attraverso il Cipe.
Potrei citare i tanti altri dossier fermi da anni che abbiamo risolto o avviato a soluzione, dalla concessione in house per l’autostrada A22 ai lavori di messa in sicurezza del Gran Sasso, dall’adeguamento dell’aeroporto di Salerno alla manutenzione dei ponti sul Po, dalla Ragusa-Catania al commissario per la viabilità siciliana, dai treni in più per sopperire alle carenze di Trenord fino a una nuova impostazione per togliere le grandi navi dal centro di Venezia. E che dire della rilevante innovazione introdotta con il decreto per la micromobilità elettrica? Norme che stanno già cambiando in maniera concreta le abitudini di spostamento degli italiani. Ma potrei proseguire.
Tuttavia, è su tre parole chiave che abbiamo incardinato una vera rivoluzione: manutenzione, controlli, autostrade. Abbiamo usato gli strumenti dei Contratti di programma Anas e Rfi per rafforzare come non mai la manutenzione delle infrastrutture esistenti; perché, lo abbiamo sempre detto, la prima grande opera di cui l’Italia ha bisogno sono tante piccole opere diffuse sul territorio.
Abbiamo poi avviato la creazione di Ansfisa e Ainop per ribaltare la logica degli interventi emergenziali grazie a una efficace sorveglianza che ci consentirà di fare programmazione e dunque prevenzione. Quando si parla di sicurezza delle infrastrutture, infatti, lo Stato deve tornare a fare lo Stato. Non a caso, abbiamo anche fatto un decreto per le barriere salva-motociclisti che era atteso da anni, e abbiamo lanciato una serie di ispezioni straordinarie sotto i viadotti autostradali, come mai accaduto prima.
Le autostrade, ecco. Qui la rivoluzione che abbiamo impostato mi è costata durissimi attacchi personali. Il sistema ha reagito con una campagna mediatica scientificamente pianificata contro la mia persona. Ma non importa: sapevo di essere nel giusto.
Nel frattempo, abbiamo bloccato grandissima parte degli aumenti dei pedaggi per tutta la durata del mio mandato e, soprattutto, abbiamo dato all’Autorità dei trasporti il potere di creare un nuovo sistema tariffario che dal 2020 farà anche scendere i costi al casello, costringendo i gestori privati a misurare i profitti sugli investimenti reali nella sicurezza e nella qualità del servizio reso a chi viaggia.
Si sono dunque ribaltati i rapporti di forza tra lo Stato e i concessionari: ora toccherà al nuovo Governo proseguire nel solco tracciato. Al Presidente Conte e ai nuovi ministri il mio più sincero in bocca al lupo.
Io ringrazio le ragazze e i ragazzi che hanno lavorato con me, il personale del ministero e quei collaboratori senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile. Ho dato il massimo in ragione della passione per la cosa pubblica che solo stando nel M5S potevo sentire ed esprimere in maniera così limpida.
Grazie a tutti voi.
Sono stati 15 mesi incredibili. Ma una rivoluzione si costruisce con tanti piccoli cambiamenti significativi, avviene giorno dopo giorno, passo dopo passo. Continuiamo a farla. Avanti così!”