La formazione del nuovo esecutivo PD-M5S, guidato da Giuseppe Conte, nasce da una serie di retroscena europei ed internazionali: nulla di ciò che appare è come sembra!
di Francesco Marrara (stanza101.org)– Il governo Conte-bis è nato. Assistiamo, per l’ennesima volta, all’insediamento di un esecutivo lontano dai sentimenti del popolo nonostante la sua piena legittimazione giuridica e costituzionale.
Nel nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte a farla da padrona è la Tecnocrazia Europea. Quest’ultima fin dalle prime ore – sostenuta dall’ausilio dei media, delle borse, dei mercati e delle telefonate della Merkel al PD – ha dimostrato più di una simpatia circa la possibilità di dar vita ad una alleanza di governo targata PD-M5S. Su tale scia, la presentazione della nuova squadra di ministri, quasi del tutto anonima e mediocre, risulta – almeno nei ruoli chiave, vedi in primis il MEF – confacente alle logiche di Bruxelles.
Sulle cause interne relative alla caduta del governo gialloverde si scritto e detto molto nelle ultime settimane. In queste poche righe, invece, cercheremo di riassumere intrighi, dinamiche europee ed internazionali che hanno portato alla luce il nuovo esecutivo pentapiddino.
La crisi di governo che ha portato alla fine dell’esperienza Lega-M5S non è da ricercare in Italia ma all’estero. Punto cardine è la contrapposizione di due visioni del mondo. Da un lato, la visione geostrategica e geopolitica più vicina agli interessi Russo-Cinesi (Nuova Via della Seta) sposata in Italia dal Movimento Cinque Stelle e sponsorizzata da Romano Prodi (come noto vicino al PD) quando, qualche settimana fa, auspicò la “Coalizione Ursula”.
Dall’altro, gli interessi geostrategici e geopolitici Anglo-Americani guardano con favore la disintegrazione dell’asse franco-tedesco su cui si fonda l’Unione Europa. Da ciò, possiamo intuire sia il motivo del forte legame – il quale in un certo senso sconfessa le polemiche sul presunto Russiagate in salsa tricolore – tra la Lega di Matteo Salvini e l’amministrazione Trump, sia le recenti smentite da parte di Steve Bannon circa il possibile appoggio del Tycoon all’esecutivo giallorosso considerato troppo filocinese e filoUE.
I retroscena non finiscono qui. Giulietto Chiesa, intervistato su Byoblu qualche giorno fa, ha messo in evidenza come negli USA sia in corso una grande battaglia tra il Deep State – di cui il Partito Democratico, di Obama e Clinton, è parte – e Trump: il caso Epstein è uno degli ultimi atti di questo scontro. Inoltre, secondo Chiesa, sarebbero coinvolti nel conflitto anche quei grandi colossi – Google, Facebook e la grandi compagnie della Silicon Valley – che, svincolandosi sempre più dalla politica americana, agiscono in stretto contatto con la Gran Bretagna. Si tratta di una vera e propria alleanza trasversale che ha il preciso scopo di far vivere il più a lungo possibile il governo Conte 2.0.
Dalle seguenti riflessioni, nonché dalle dichiarazioni rilasciate dal direttore di Pandora TV, possiamo constatare come sia del tutto riduttivo attribuire la paternità del governo Conte-bis ad uno o l’altro schieramento, in quanto le forze in gioco sono molteplici e agiscono in parallelo. Pertanto, il punto sul quale focalizzare la nostra attenzione resta quello relativo al peso delle forti ingerenze esterne sulla formazione del nuovo esecutivo italiano il quale, presentandosi come politico, non designa altro che la riproduzione mascherata dell’ennesimo governo tecnico a servizio dei potentati europei ed internazionali.