Massimo D’Alema al Corriere: «Il M5S, che aveva vinto le elezioni ma non era autosufficiente in Parlamento, aveva individuato nell’alleanza col Pd lo sbocco naturale di quell’impasse. Quella prospettiva si era arenata di fronte alla scelta sbagliata del Pd di chiamarsi fuori e di consentire, quindi, che si formasse una maggioranza parlamentare tra M5S e Lega. Quell’alleanza gialloverde era stata un ripiego; il ribaltone politico di cui molti parlano oggi, in realtà, era avvenuto allora. A causa della scelta del Pd, quindi, si è perso un anno e si è consentito che la destra diventasse molto più forte. Oggi le cose saranno forse più difficili e mi rendo conto che c’è voluto coraggio da parte del nuovo leader del Pd. Ma si è imboccata una strada che era naturale fin dall’inizio. Il primo segnale importante è stato dato votando insieme la presidente della Commissione europea ».
Non le sembra eccessivo che le sorti di questo processo politico siano state appese all’esito di una consultazione sul Web?
«Non sono tra quelli che si scandalizzano per il ricorso alla piattaforma Rousseau. Gli accordi politici vengono ratificati dagli organi di partito, il Pd ha la Direzione, il M5S la sua modalità».
“La sua modalità” sarebbe questa