«Salvini non è diventato matto. Chi lo accusa di aver sbagliato, e per fortuna nella Lega sono pochi, non sa nulla della vera storia della crisi. Bisognerebbe avere rispetto e fidarsi di più di un leader che ha preso un partito al 3% e ne ha più che decuplicato i consensi. È stato un miracolo, una cosa mai vista, neppure ai tempi di Bossi. Io già non ci potevo credere l’ anno scorso, quando abbiamo preso il 17% e superato Forza Italia. Non dico questo per ingraziarmi Matteo, non ne ho bisogno.
Lo penso, il tempo è galantuomo e alla fine di questa storia si dimostrerà che abbiamo fatto bene a rompere con i grillini». L’ infervorato discorso arriva da Lorenzo Fontana, ministro in uscita agli Affari europei, per anni quinta colonna di Salvini a Bruxelles, l’ uomo che ha presentato al leader leghista Marine Le Pen e ha intrecciato la tela dei rapporti internazionali della Lega, incluso quello con Orbán.
«Nel partito, dai ministri agli amministratori sul territorio, non ce n’ è uno che fosse contrario a far cadere il governo. Lavorare era diventato impossibile, ci facevano i dispetti, ci attaccavano pubblicamente, erano più aggressivi del Pd».
Ministro, sarà vero, però ora M5S governerà con i Dem e a voi tocca stare alla finestra. Lo dica, siete pentiti?
«No, non era più possibile andare avanti. Tutto è cambiato con la campagna elettorale per le Europee. Il M5S veniva da una serie di sconfitte sul territorio, alle Amministrative. I Cinquestelle erano nervosi, perché sono sempre andati male nei sondaggi per le Europee, mentre noi volavamo. Così hanno iniziato ad attaccarci. Hanno fatto la campagna contro di noi anziché contro il Pd. Poi quando la Lega ha trionfato e loro hanno dimezzato il consenso, non hanno capito più nulla, hanno iniziato a farci i dispetti e a bloccare ogni lavoro. Per far passare il decreto sicurezza abbiamo dovuto mettere la fiducia». […]