Angela Merkel ha messo le mani avanti per “benedire” il nuovo governo giallorosso. A raccontare la telefonata della cancelliera tedesca al Nazareno è stato anche Goffredo De Marchis in un lungo articolo pubblicato su Repubblica. La celebre telefonata è arrivata dopo che Luigi Di Maio ha alzato la posta in gioco con il Pd, presentando i venti punti imprescindibili per i grillini (tra questi il Conte bis).
I dem si sono così ritrovati spiazzati ed è a quel punto, secondo la ricostruzione di Repubblica, che sono intervenute due “manine”: i mercati che hanno reagito in negativo facendo capire che non sono disposti ad accogliere di buon grado il fallimento dell’intesa giallorossa e la Merkel che ha chiamato uno dei big del Pd (probabilmente Paolo Gentiloni) per dirgli che “il governo va fatto a ogni costo per fermare i sovranisti”.
L’ingerenza della Germania nelle decisioni del Partito non è una novità, basta pensare all’elezione di Ursula von der Leyen. Votata non solo dai dem, ma anche da quei boccaloni dei Cinque Stelle. A denunciare i pericolosi tentacoli dell’Ue, Matteo Salvini: “Il Partito Democratico è al servizio dei Paesi stranieri”, ha denunciato durante un comizio a Pinzolo. “Pensano che siamo tutti pecoroni e schiavi, pronti ad aspettare quello che dicono a Bruxelles e Parigi – ha rimarcato – invece la Lega difende gli italiani, perché noi siamo uomini liberi”.