Il Sudan ha bisogno di 8 miliardi di dollari di aiuti esteri nei prossimi due anni per coprire i propri debiti e aiutare a ricostruire un’economia devastata da mesi di crisi politica. Lo ha detto ieri il nuovo primo ministro Abdalla Hamdok. Parlando in un’intervista alla Reuters, la prima concessa a un giornale straniero, Hamdok ha aggiunto che nei prossimi tre mesi sarebbero necessari ulteriori 2 milioni di dollari in riserve di valuta estera per arrestare il deprezzamento della moneta locale.
Mercoledì scorso, il 61enne Hamdok, è entrato ufficialmente in carica alla guida del governo sudanese. In precedenza ha ricoperto diverse posizioni nelle istituzioni nazionali. Ha affermato di aver aperto colloqui con il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca mondiale per ristrutturare il grande debito del Sudan e, allo stesso tempo, ha condotto approcci verso i paesi amici. La carenza di materie prime, carburante e inflazione ha innescato manifestazioni di massa che hanno causato la caduta del presidente Omar el Bashir lo scorso aprile.
“Vogliamo trasformare l’economia sudanese, basata sul consumo e sulle importazioni, in un’economia produttiva e smettere di esportare prodotti come bestiame e prodotti agricoli come materie prime”, ha affermato Hamdok
“La fine della guerra, che rappresenta il 70% della spesa di bilancio, creerà un surplus che può essere investito nella produzione, in particolare l’agricoltura, l’allevamento e le industrie connesse”, ha aggiunto. Martedì il Sudan ha concluso la formazione del Consiglio Sovrano, i cui undici membri guideranno il triennio di transizione che porta alle elezioni. (askanews)