Open Arms, la Spagna respinge i minori e poi ci fa la morale

Dopo la portavoce della Commissione dell’Ue e il presidente del Parlamento dell’Ue in pressing sull’Italia per uno sbarco immediato dei 134 migranti a bordo della nave della ong Open Arms, ora pure la sindaca di Barcellona si fa sentire. “La crudeltà a cui stiamo assistendo da 15 giorni non ha alcuna giustificazione possibile – scrive su Twitter Ada Colau -. Salvare vite non è solo un dovere morale, ma anche legale: la Ue deve obbligare Matteo Salvini a rispettare la legge. Tutto l’appoggio a Open Arms, sbarchiamoli“.

Tutto molto bello, tutto molto solidale. Peccato, però, che Madrid dimentichi il proprio passato da furbetta. Nonostante, infatti, questa volta la Spagna abbia dato la propria disponibilità ad accogliere i 147 migranti della Open Arms, in passato non è stata così caritatevole. Non un passato troppo lontano, sia chiaro. Un passato di soltanto quattro giorni fa.

La Spagna, infatti, mentre la Open Arms era ancora in mezzo al Mediterraneo e chiedeva lo sbarco dei 31 minori, ha risposto con un secco “no“. Ricordiamo appunto che il capitano Marc Reig lunedì mattina aveva inviato una lettera all’ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid concedesse asilo ai minori, garantendo che tutti i migranti “rispettano i requisiti per il riconoscimento come rifugiati”. La risposta piccata a questa richiesta è arrivata dal ministro ai lavori pubblici spagnolo, Josè Luis Abalos, che ha affermato: “Il capitano non ha la competenza legale o l’autorità per chiedere asilo per i minori”.

Insomma, prima la cara Spagna ha risposto all’appello della ong (spagnola) voltandosi dall’altra parte, ora la sindaca di Barcellona (quindi non tutta la Spagna, forse) ci fa la morale. Adesso siamo noi che non rispettiamo le leggi. Ma loro non hanno esattamente fatto lo stesso quattro giorni fa?

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