Guardate la moglie del carabiniere ucciso e domandatevi perché la gente sta con Salvini

di Aldo Grandi

Un anno e mezzo fa siamo stati attaccati violentemente per aver inventato una rubrica che difendeva, senza se e senza ma, gli uomini delle forze dell’ordine che, ogni giorno, rischiano il fondoschiena nelle strade, nelle piazze e ovunque c’è da difendere l’ordine e la sicurezza della collettività. Il sottoscritto si è beccato un doppio sequestro preventivo, ingiusto e, infatti, almeno uno perché per il primo non aveva la forza fisica di proporlo essendo a letto con 39 di febbre, è stato successivamente annullato dai giudici. Il primo articolo scritto a favore dell’Arma era, effettivamente, un violento atto di accusa contro tutti coloro che, pochi, ma piazzati in cima alle istituzioni, poco o niente fanno per proteggere e tutelare l’operato delle forze di polizia anzi, sempre pronti a sottoporre a processi penali e/o disciplinari coloro che fanno il proprio dovere con buonsenso ed efficacia.

Noi non siamo carabinieri né agenti di polizia, non sottufficiali e ufficiali né funzionari o dirigenti. Siamo soltanto un piccolo giornale, La Gazzetta di Lucca, il cui direttore ha il brutto difetto di non riuscire a stare zitto e a non dire ciò che pensa. E, ovviamente, a scriverlo. Ci siamo beccati denunce, querele, procedimenti disciplinari dal (dis)ordine dei giornalisti che tutti tutela fuorché i propri iscritti solo e soltanto per avere pubblicato quello che la gente comune pensa, quelli che a sinistra e al centro chiamano populisti, sovranisti, razzisti, fascisti quelli che, per intenderci, vorrebbero una società dove tutto è permesso e niente vietato, dove si può occupare tutto ciò che si vuole, spacciare ogni tipo di droga, violare ogni tipo di legge, fregarsene di confini, regole, consuetudini, ragionevolezza, ma, soprattutto, di ciò che desidera il popolo, l’unico a detenere la sovranità componente essenziale di uno Stato che, altrimenti, va a puttane come sta andando.

Aldo Grandi

Chi scrive ci ha sempre messo la faccia. Sempre, oltre al nome e cognome. Per questo si è fatto molti nemici – sarà anche molto onore? – ed altrettanti amici i quali hanno compreso che, ad un certo punto della nostra vita, non si può solo e sempre chiudere gli occhi per convenienza, opportunismo, compiacenza. Non si può sempre chinare la testa e dire sì anche quando si vorrebbe dire no, accettare supinamente anche quando è inaccettabile ciò cui assistiamo. Non si può e non si deve, in particolare, rinunciare a essere noi stessi, a credere nelle cose in cui hanno creduto, perché no?, i nostri antenati, coloro che hanno pagato a caro prezzo, destra o sinistra non importa, l’amore per questa Italia.

Meno di un mese fa a Roma, il 26 luglio giorno, tra l’altro, del nostro compleanno, un giovane bene di razza bianca e americano ha ucciso – è un eufemismo credete – con 11 coltellate affondate fino al manico un carabiniere. Il ragazzo, in compagnia di un altro yankee, aveva passato la sera a cercare della cocaina – ormai spacciare droga è diventato un must e certe forze politiche vorrebbero la liberalizzazione totale – ma per carità, in fondo, farsi di coca, di ero o di altre decine di sostanze stupefacenti è un diritto che i soloni della democrazia a senso unico rivendicano e, addirittura, difendono.

Nei giorni successivi, un militare ha messo una benda sugli occhi dell’assassino – e non dite presunto che ci avete abbastanza presi per in giro con questo garantismo esasperato – e le istituzioni preposte, di fronte alle reazioni stizzite dei giornali progressisti americani e dei loro complici italiani tutti verniciati di rosso, hanno trasferito il carabiniere. La gente comune è insorta, i militari, nelle loro chat, sono insorti, scoppiati, perché si sono rotti le scatole di rimetterci sempre di tasca e di testa propria quando, al contrario, fanno solo il proprio dovere. Non abbiamo letto una sola riga vergata da qualche pezzo grosso con la poltrona sotto il sedere di reazione dura, giusta, questa sì democratica, contro la campagna portata avanti dai quotidiani del Pud (pensiero unico dominante) contro il quale è schierata la maggioranza silenziosa degli italiani.

A difendere il povero carabiniere massacrato ci hanno pensato gli Italiani con la I maiuscola, quelli che vivono la vita di tutti i giorni, senza privilegi o stipendi dorati, senza prebende o cadreghini da tenere stretti. E hanno il coraggio, a certe latitudini romane, di diffondere come fondamento dello spirito dell’Arma, la battaglia di Culcqualber nel 1941 in Abissinia, dove l’eroismo inutile dei militari fu stroncato dalle preponderanti forze alleate. Piacciono i carabinieri che muoiono nell’adempimento del proprio dovere, all’insegna di quell’Usi, obbedir tacendo che non può essere un muro di gomma.

Per aver difeso carabinieri e polizia siamo stati accusati di vilipendio delle forze armate, ma abbiamo avuto la disponibilità di decine di persone in servizio attivo presso la polizia di stato e l’Arma pronte a venire a testimoniare a nostro favore garantendo, loro sì, con ragione e con il cuore, che questo scribacchino di provincia per 30 anni ha sempre compreso e apprezzato, salvo rarissime eccezioni, il comportamento di chi mette a repentaglio la propria vita per proteggere quella degli altri.

A sinistra lo chiamano stato di polizia e lo temono, dimenticando che i loro parenti stretti, da Stalin a Lenin a Castro a Pol Pot a Mao a Kim Jong-un, hanno avuto una concezione della sicurezza e dell’ordine pubblico molto, ma molto più cruda e dura di quella del nostro ministro (od ex) dell’Interno Salvini. Altro che Nuova Resistenza.

Si chiedono, questi parlamentari a 12 mila euro al mese, che di sinistra non hanno niente, ma che di puzza sotto il naso ne hanno, al contrario, parecchia, come mai la gente sta con i carabinieri – attenzione, soprattutto con quelli che vede tutti i giorni in mezzo alla strada e sulle Gazzelle – e con la polizia e con l’unico personaggio politico, Matteo Salvini, che ha mostrato dignità e capacità di tutelarne il lavoro. Si domandano, questi partigiani del XXI secolo a caccia di una guerra civile per ritrovare se stessi e il potere perduto, perché la gente non li vuole più e chiede un governo forte. Perché è fascista e nostalgica di Mussolini? Ridicoli. Parlano di fascismo persone dipinte di rosso che non hanno mai letto un libro di storia sul fascismo e che, se lo hanno letto, non sono andati oltre. Buffoni. Cafoni. Ignoranti. Superficiali. Accattoni della cultura alla loro unica dimensione. Gli Italiani, come avevano ben capito Ida Magli e, altrettanto, Oriana Fallaci, ne hanno piene le scatole delle élite intellettuali tutte di sinistra che pretendono di detenere la verità. Che ci si puliscano il culo! La gente pretende buonsenso, chiede sicurezza, vuole onestà e, soprattutto, non vuole essere invasa.

Abbiamo raccolto, in tutti questi anni di onesta professione giornalistica in provincia e non nelle capitali della politica senza senso, i pareri di decine, centinaia di uomini dello Stato che ad un certo punto non ne potevano più: costretti a non difendersi per non finire sotto processo e a scegliere se rischiare di morire o accettare trasferimenti e punizioni inferte e impartite da chi, lasciatecelo dire, in mezzo alla strada, a far da pacieri tra tossici, delinquenti, clandestini, spacciatori, ladri, rapinatori, non c’è mai stato.

Guardate la foto della moglie del carabiniere ucciso e domandatevi perché la gente sta con Salvini. Idioti.

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