di Vittorio Feltri – – Lo spezzatino in politica non ha mai prodotto nulla di buono. Mi riferisco alle scissioni nei partiti che si susseguono con una facilità irrisoria. Quelle avvenute nella sinistra, quelle del SEL e di altri movimenti hanno ottenuto alle elezioni percentuali omeopatiche e non incidono sulle decisioni nazionali, sopravvivono a stento solo grazie al Tg, che ogni giorno mostra i volti e divulga, nel generale disinteresse, le dichiarazioni inutili di Fratoianni e Della Vedova, due volti noti e totalmente ininfluenti.
Da un po’ si parla del desiderio di Renzi di staccarsi dalla casa madre onde fondare un nuovo movimento. Si sa che ora costui punta ad allearsi con i 5stelle al fine di varare un governo di scopo (come se gli altri esecutivi non ne avessero uno) che impedisca a Salvini di tornare alle urne dove questi vincerebbe a mani basse. Da notare che fino a qualche giorno fa Renzi diceva apertis verbis che Di Maio e soci costituivano una banda di squilibrati.
In venti minuti ha modificato idea pur di disarcionare Salvini che gli sta sui marroni perché più bravo di lui nel raccogliere consensi, cosicché in caso di apertura dei seggi la Lega tornerebbe in sella più vispa che prima. Mutare idea per interesse personale è lecito, ma farlo tanto rapidamente e senza spiegazioni dimostra che certa politichetta fa venire il vomito. Vabbè, vomiteremo. Non sarebbe la prima volta. Lo scissionismo ha contagiato anche Toti. Il quale dopo essere stato nominano delfino da Berlusconi si è ridotto a sardina fondando un coso denominato “Cambiamo!”. Ma cosa cazzo vuoi cambiare? Il risultato di questa manovrina periferica è solo quello di impoverire Forza Italia già abbastanza provata da un declino cominciato dieci anni fa, allorché quell’ allocco di Gianfranco Fini sfasciò il PDL convinto ingenuamente di mettere al mondo una propria formazione, che si rivelò fallimentare.
Rammento altre scissioni devastanti risalenti a un passato più remoto. Quando Bertinotti e compagni, di fronte al dissolvimento del PCI patrocinato da Occhetto, misero le basi di Rifondazione comunista e non si resero conto di avviarsi alla morte, che avvenne pochi anni dopo. Fermiamoci qui anche se sarebbe il caso di sottolineare il patatrac del Partito socialista democratico staccatosi dal Psi nenniano. Ogni volta che qualcuno ha tentato di abbandonare un partito per crearne uno minoritario nell’ illusione di sopravvivere è andato incontro a un disastro. Tuttavia l’ esperienza non insegna niente ai cretini. Pertanto ci troviamo davanti a Zingaretti che, dopo aver predicato giorni e giorni a favore delle consultazioni anticipate, ora da buon voltagabbana precisa che ha ragione Renzi nel sostenere la necessità di un esecutivo che scongiuri la vittoria di Salvini, un pateracchio con tutte le forze dentro, uno scatolone di profittatori che se ne fregano della volontà del popolo pur di non crepare padani. Se Mattarella soccomberà a questi banditi potremo chiudere bottega. E andare in piazza a fare casino, per sfogarci.
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