Roma, Pd e M5s: niente Taser per la Polizia locale

Niente Taser per la Polizia locale: asse M5s-Pd boccia mozione della Lega. “Così nostri vigili senza difese”. Niente Taser per la Polizia locale di Roma. La maggioranza capitolina non ha intenzione di dotare il Corpo dei vigili urbani delle pistole a impulsi elettrici. Durante la seduta di Consiglio comunale di ieri, penultima pre pausa estiva, con i grillini astenuti e il centrosinistra contrario, la mozione che ne chiedeva la fornitura è stata bocciata. A presentarla il capogruppo della Lega Maurizio Politi. “M5s e Pd si sono schierati contro l’utilizzo del taser – commenta a RomaToday – esattamente come hanno fatto per bloccare gli sgomberi delle occupazioni abusive decise dal Viminale. L’asse sui temi della sinistra è sempre più visibile”.

Una possibilità quella di inserire l’arma di difesa nel parco risorse della Polizia locale contenuta nel primo Decreto sicurezza del 2018, provvedimento bandiera del ministro dell’Interno Matteo Salvini. A decidere però sono gli enti locali. E che i Cinque Stelle, in special modo l’anima sinistra del Movimento, non gradisse è cosa nota. Un muro prevedibile issato ieri dai pentastellati in fase di votazione, ma già annunciato più volte dallo stesso delegato della sindaca Marco Cardilli.

Un’occasione persa per chi sostiene che in città ci sia un problema reale in termini di sicurezza e che gli agenti del Comando di via della Consolazione non siano adeguatamente attrezzati per fronteggiarlo. In questo senso la mozione a firma Lega prevedeva oltre al Taser anche il rafforzamento in generale delle misure di sicurezza in uso agli agenti che pattugliano le strade della Capitale. La proposta però è stata rispedita al mittente. “La nostra polizia locale è senza difese – attacca ancora Politi – tutto questo mentre Roma affonda nel degrado. Ora basta“.

Sono diversi invece i Comuni che hanno approfittato del Decreto sicurezza di Salvini. Verona, Pisa, Venezia, Novara hanno scelto il taser per i loro agenti. Inutile specificare che sono tutti Comuni guidati da coalizioni di centrodestra. A dire no invece con appositi atti votati nei Consigli comunali, Milano e Palermo, a trazione Pd, e Torino, altro Comune grillino dove si è ripetuto, come a Roma, l’asse M5s-dem.

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