Manifestazione contro l’estremismo islamico davanti Montecitorio

SOUAD SBAI: “VIA I FRATELLI MUSULMANI DA LIBIA, EGITTO E ITALIA” – “Libia, Egitto, Italia: no al fondamentalismo dei Fratelli Musulmani”. Spinti da questo slogan, centinaia di rappresentanti della società civile e attivisti per i diritti umani si sono radunati il pomeriggio di mercoledì 7 agosto a Roma, presso Piazza Montecitorio, Camera dei Deputati, per una manifestazione promossa dall’Associazione ACMID, presieduta da Souad Sbai. Donne e uomini che hanno voluto lanciare un chiaro messaggio alle Istituzioni: “Basta accordi con il fondamentalismo. Governo e Parlamento devono impegnarsi a contrastare i Fratelli Musulmani in Libia, Egitto e nella stessa Italia”.

Per quanto riguarda la crisi libica, i manifestanti hanno chiesto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di schierarsi contro il cosiddetto Governo di Accordo Nazionale (GNA), espressione delle milizie estremiste dei Fratelli Musulmani armate da Qatar e Turchia. “Supportare il GNA, che tiene in stato di guerra Tripoli e il resto del paese, non è nell’interesse dell’Italia”, ha affermato Souad Sbai, giornalista e scrittrice, già parlamentare della Repubblica. “Ed è una gravissima contraddizione che l’ONU continui a riconoscere il GNA come il governo ufficiale della Libia. Una contraddizione che si estende naturalmente all’Italia. Basta guardare ai fatti”.

Per aver denunciato le milizie estremiste che appoggiano il GNA in un rapporto al Consiglio di Sicurezza, l’Inviato speciale dell’ONU, Ghassan Salamé, è finito nel mirino del Gran Mufti di Tripoli, Sadiq Al Ghariani, che ne ha sollecitato la rimozione dall’incarico. Al Ghariani è un esponente dei Fratelli Musulmani già accusato per i suoi legami con il Qatar e il terrorismo. D’altro canto, è stato lo stesso Presidente del GNA, Fayez Al Sarraj, ad ammettere di ricevere armi da Qatar e Turchia, paesi definiti “amici”, in violazione dell’embargo stabilito dal Consiglio di Sicurezza. Sono numerosi infatti i droni di fabbricazione turca abbattuti dall’Esercito Nazionale Libico, mentre il Presidente della Commissione Difesa del Parlamento legittimo ha recentemente consegnato agli Stati Uniti le prove del coinvolgimento di diplomatici e agenti dell’intelligence di Qatar e Turchia a sostegno delle milizie dei Fratelli Musulmani e del GNA.

Sul versante italiano, “il Governo è stato oggetto di ripetute minacce”. Alcuni autorevoli esponenti del GNA hanno più volte lasciato intendere che avrebbe fatto partire centinaia di migliaia di migranti dalle coste libiche se il Governo avesse cessato di appoggiare il governo dei Fratelli Musulmani a Tripoli. Inoltre, hanno paventato l’arrivo sulla penisola di migliaia di terroristi dell’ISIS attualmente detenuti nelle carceri libiche. Davanti a simili ricatti, “perché l’Italia non ha preso alcuna iniziativa? Teme forse le minacce della Fratellanza libica?”. I manifestanti, invece, hanno incoraggiato il Governo italiano ad assumere “un ruolo di leadership volto a indurre la comunità internazionale a togliere ogni forma di supporto al GNA dei Fratelli Musulmani, sponsorizzati da Doha e Istanbul”.

Non solo. “Il Governo – ha puntualizzato Souad Sbai – è chiamato a intervenire per stroncare l’avanzata del fondamentalismo dei Fratelli Musulmani all’interno degli stessi confini nazionali”. Il riferimento è alle moschee, alle associazioni culturali, agli imam e ai militanti dei Fratelli Musulmani che svolgono attività di proselitismo e radicalizzazione in Italia grazie ai finanziamenti ricevuti dal Qatar, come documentato nel libro “Qatar Papers”. Sull’argomento, la Presidente di ACMID ha invocato “l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, che in collaborazione con la magistratura faccia luce sui finanziamenti del Qatar ai Fratelli Musulmani in territorio italiano”. In particolare, “occorre accertare scrupolosamente l’identità degli effettivi destinatari dei finanziamenti elargiti da Doha, verificando che non vengano o che non siano già stati utilizzati per attività d’indottrinamento e radicalizzazione”. “L’Italia deve aprire gli occhi, riconoscere il pericolo rappresentato dall’agenda islamista della Fratellanza che si avvale dei finanziamenti del Qatar e agire di conseguenza”.

La manifestazione ha riguardato anche l’Egitto, avanzando una richiesta molto chiara: “L’Italia deve essere al fianco del Cairo nel fronteggiare i Fratelli Musulmani che destabilizzano il paese con le loro reti terroristiche”. Lunedì 5 agosto un’esplosione nella capitale egiziana è stata la causa di 20 morti e oltre 40 feriti. Resta da verificare se sia trattato di un incidente o di un attentato. La tragedia, in ogni caso, “serve il tornaconto dei Fratelli Musulmani”, ha spiegato Souad Sbai, “poiché contribuisce a proiettare all’esterno l’immagine di un Egitto insicuro, allontanando turisti e visitatori che possono dare ossigeno all’economia del paese, ed è questo che vogliono i leader dei Fratelli Musulmani egiziani che hanno trovato ospitalità in Turchia e Qatar”. “L’obiettivo è mettere in ginocchio la popolazione per scatenare nuove rivolte, rovesciare l’attuale regime e installare una dittatura fondamentalista: i Fratelli Musulmani vogliono una nuova Primavera Araba”.

Per non agevolare i piani di conquista dei Fratelli Musulmani, durante la manifestazione è stato ripetuto con forza che non bisogna “abbandonare l’Egitto”, non bisogna “lasciarlo solo” di fronte alla minaccia del terrorismo jihadista. La stabilità dell’Egitto è di cruciale importanza per la sicurezza di tutto il Mediterraneo. Pertanto, Souad Sbai ha esortato il Governo a far sì che “l’Italia sia il primo paese alleato del Cairo in Europa”.

Libia, Egitto, Italia: il triangolo dei Fratelli Musulmani che collega Nord Africa ed Europa attraverso il Mediterraneo. Per sconfiggere il fondamentalismo, la manifestazione promossa da ACMID ha così lanciato un appello alle istituzioni italiane affinché rifiutino ogni compromesso con i Fratelli Musulmani, Qatar e Turchia. “Basta accordi con il fondamentalismo, sì invece a forze laiche e moderate come partner dell’Italia sia in politica interna che in politica estera”.