Diciassette nazioni, nelle quali vive all’incirca un quarto dell’umanità, vivono una situazione di grave stress a livello di disponibilità di acqua e le loro riserve sono quasi del tutto consumate. E’ quanto emerge da un cosiddetto “studio scientifico” diffuso dal World Resources Institute, nel quale si sottolinea che anche metropoli come Sao Paulo in Brasile, Città del Capo in Sudafrica e Chennai in India sono ormai drammaticamente vicine al loro “Giorno Zero”, ossia il momento in cui gli acquedotti saranno vuoti.
Secondo gli autori dello studio la situazione è allarmante in sempre più aree del globo, e tra queste c’è anche il centro-sud dell’Italia. In questo quadro interviene, come fattore aggravante, il (fantomatico) cambiamento climatico: le piogge sono più imprevedibili e il riformimento di acqua meno affidabile. E mentre il clima si fa più caldo in generale, con conseguente maggiore evaporazione dell’acqua, la domanda, che per l’80% riguarda usi a fini agricoli o industriali, continua a crescere. E con essa la sete di milioni di persone.
Al momento secondo il WRI le città con oltre tre milioni di abitanti a rischio estremo sono già 33 (oltre 255milioni di persone), ma entro il 2030 si prevede che possa salire a 45, toccando 470 milioni di persone. Le crisi dell’acqua, scrivono però gli esperti del WRI, “non è il nostro destino” e in molti Stati si sono già prese misure atte a salvaguardare l’acqua. Al momento, comunque, la situazione resta drammatica e il tempo per intervenire sempre più breve. (askanews)