“Le nomadi si fanno il bidet nella fontana”. E il sindaco la chiude

foto La Stampa

Il problema è sanitario. E la colpa sarebbe dei “sinti”. Per questo il sindaco leghista di Fossano, Dario Tallone, ha dovuto chiudere i rubinetti della fontana del paesino in provincia di Cuneo.

Per ora verrà aperta dal venerdì sera e chiusa il lunedì mattina, ma “se si verificheranno ancora episodi del genere chiuderemo definitivamente”.

Gli “episodi” di cui parla in sindaco alla Stampa sono curiosi. “C’erano donne nomadi di origine sinti che si facevano il bidet alla fontana – spiega – siccome si tratta di acqua che scorre con il sistema del riciclo si tratta di una questione sanitaria. Una cosa sono i bambini che ci giocano e va bene, diverso è che rischino di contrarre malattie”.

Qualcuno aveva chiesto di evitare la chiusura organizzando un servizio di vigilanza anti-bidet, ma per ora il Municipio si è opposto all’idea definendo “impossibile” impegnare i vigili urbani per pattugliare l’area. Il motivo è semplice: “La polizia – dice il sindaco – municipale ha anche altro da fare“.

E pensare che la riqualificazione della zona attorno alla fontana è costato al Comune qualcosa come 500mila euro. E l’obiettivo di certo non era quello di far fare il bidet a “donne nomadi di origine sinti”. (il giornale.it)

Adriano Favole è un antropologo torinese, vicedirettore del dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo, vive a Trinità, da 20 anni si occupa di razzismo. Chiama La Stampa e spiega: «Orripilante dichiarazione del sindaco che mette insieme il peggio del razzismo: stranieri, sporcizia, sessualità femminile, malattie. Contesto il titolo scelto. Perché non titolare “Frase delirante di un sindaco’’? Agli amici fossanesi ho chiesto di non commentare frasi del genere che sono da denuncia».

Aggiunge: «Il discorso sui social sarebbe troppo lungo: c’è l’incapacità delle persone di capire come funzionano. Credo ci sia una strategia per creare odio nella società, dividere al di là del bersaglio. Spaccare l’opinione pubblica serve a creare condizioni eversive, per poter più facilmente controllare la società. Spaventa che anche la comunità sinti non reagisca, non contesti».