Riassumo la vicenda in poche righe. Una rom leggermente incavolata afferma: sarebbe bello piantare un colpo di pistola in testa a Salvini. Il quale risponde a tono: taci zingaraccia.
Non è stato un battibecco fra aristocratici. Succede. Il punto è un altro. Il Pd, un partito e non un postribolo, si è avventato subito contro il leader leghista, rimproverandolo di aver definito zingaraccia una signora, mentre ha sorvolato su quanto questa avesse augurato a Matteo, cioè una rivoltellata nel cranio.
Secondo i dem in sostanza è meno grave una pistolettata nelle tempie di un leader che ha utilizzato un termine ormai giudicato politicamente scorretto quale zingara o zingaraccia. Il che non indigna ma dimostra quanto la sinistra abbia perso il lume della ragione, ammesso che l’ abbia mai avuto.
Vittorio Feltri