Figli sottratti, Commissione di indagine a Forlì. Ira del Pd

L’ombra lunga della vicenda di Bibbiano si estende a Forlì. La maggioranza di centrodestra chiede infatti in Consiglio comunale, tramite una mozione, la costituzione di una commissione consiliare d’indagine sulla rete dei servizi sociali per l’infanzia, sull’attivita’ degli educatori e sul sistema degli affidi. E in Aula scoppia la bagarre. Prima infatti il centrosinistra critica la scelta, preferendo affidare il caso alla terza commissione consiliare. Ma l’intervento dell’assessore al Welfare, Rosaria Tassinari, spariglia le carte. “Le segnalazioni fioccano in questo momento, anche sui social”, sottolinea, e con la commissione d’indagine se ne capira’ la fondatezza. Ma dal Partito democratico arriva allora la proposta di istituire una commissione d’inchiesta e non di indagine.

“Le parole dell’assessore devono allarmare tutti”, spiega il dem Jacopo Zanotti. Dopo una sospensione di dieci minuti, la maggioranza risponde picche e il centrosinistra chiede una nuova sospensione di cinque minuti. Per poi proporre gli emendamenti per una commissione d’inchiesta e non d’indagine. Ovviamente respinti, mentre la mozione passa con 21 voti favorevoli e i centrosinistra che non vota. Nella prossima seduta si voteranno regolamento e componenti. La richiesta della maggioranza, aveva esordito il capogruppo della Lega Massimiliano Pompignoli, viene dai fatti di Bibbiano che vedono 27 indagati tra cui il sindaco dem del Comune. Dopo la commissione a livello regionale, aggiunge, “accendiamo un faro anche a Forli’ per vedere se qualcosa non va nel sistema degli affidi”, istituendo una commissione d’indagine. Il centrosinistra, pero’, non la giudica lo strumento giusto. Come spiega il consigliere Giorgio Calderoni, non si tratta dei “fari giusti per fare luce”.

Non ci sono elementi precisi al momento, argomenta, per cui dovrebbe occuparsene la terza commissione consiliare per “fare chiarezza in modo corretto”. La commissione d’indagine, invece, e’ “uno strumento pericoloso, dietro c’e’ la volonta’ di accendere un faro politico e mediatico”. Dello stesso avviso il capogruppo del Partito democratico Soufian Hafi Aleman: e se dalla terza commissione emergeranno dei fatti, sottolinea, “saremo i primi a votare la commissione d’inchiesta”. Critico anche Federico Morgagni della Lista civica per Calderoni: “Ci preoccupa che le cose vengano fatte in maniera corretta ed efficace”, che si scelga lo strumento giusto al quale “daremo disponibilita’ a sostenerlo”.

A sorprendere, chiosa, ci sono le tempistiche e “la mancanza di fiducia in blocco della maggioranza per un settore del Comune”. Lauro Biondi di Forza Italia e’ “stranito” dall’atteggiamento del centrosinistra: “La questione e’ delicata e vi preoccupate di quale faro accendere. Intanto facciamolo”, anche perche’ la terza commissione ha gia’ molti temi da affrontare. Davide Minutillo di Fratelli d’Italia e’ “iperfavorevole”, anche per fare chiarezza su “quattro-cinque casi che sembrano interessare la citta’” o su altri eventuali. Segnalazioni sono arrivate anche al Movimento 5 Stelle, aggiunge Daniele Vergini: la commissione d’indagine e’ “doverosa, in nome della trasparenza, ma senza strumentalizzazioni”. Nel comprensorio, da’ i dati, la spesa e’ di 3,5 milioni di euro, per circa 2.000 bambini presi in carico ogni anno, di cui il 10% vittime di violenze.

“Non capisco la vostra paura, volete una commissione d’inchiesta e non di indagine?”, si interroga Pompignoli, ribadendo che si tratta dello “strumento giusto”, ma forse pesa il coinvolgimento nell’indagine di un esponente del Pd. Qui il colpo di scena, con l’intervento dell’assessore e il sindaco Gian Luca Zattini che prova a fare da paciere: “Parlarsi addosso non e’ produttivo. Si deve decidere se trattare la vicenda in maniera ordinaria o straodinaria, se ci chiariamo si risolve tutto”. (fonte Dire)