Mario Circiello Rega: vittima di uno Stato che condanna a morte i propri Servitori

di Ornella Mariani

Si chiamava Mario Circiello Rega; era sposato da poco più di un mese; aveva festeggiato il trentacinquesimo compleanno due settimane orsono.
Un paio di Risorse gli hanno stroncato la vita con otto coltellate.
L’Italia sana, Mattarella, ne piange la perdita con centodiecimila Carabinieri che ogni giorno rischiano di restare sull’asfalto.
L’Italia sana non ne può più delle sue omelie e degli ipocriti appelli all’accoglienza.
L’Italia sana è stufa di sentirsi tacciare di Razzismo, quando prova solo a difendere i propri figli; i propri valori; la propria identità e, soprattutto la propria dignità messa troppe volte alla prova dagli affronti che Lei incassa con sconcertante disinvoltura e imbarazzanti silenzi.

Poi c’è l’altra Italia: quelle delle connivenze fra segmenti giudiziari ed una sbandata Sinistra che pensa di superare la disperazione elettorale, investendosi nei voti degli Immigrati; quella dei Mazzettari di Regime e dei Falliti e degli Avventurieri che su Costoro lucrano; quella dei bergogliani cui ancora sfugge il ruolo di Liquidatore della Chiesa romana del loro Papa; quella dei sedicenti Intellettuali condannati per plagio; quella di Soggetti che nella Politica hanno trovato finalmente un reddito fisso; quella dei Mistificatori che strumentalizzano anche i lutti, accusando di propaganda, dileggiando ed insultando Chiunque esiga rispetto e Chiunque provi a riappropriarsi dell’onore giorno per giorno scippatoci.

Ci dica una volta e per tutte in quale Italia si colloca Lei, Mattarella, simbolo delle nostre sconfitte e delle sofferenze sociali ed economiche di un Paese in cui la Magistratura non riscuote più credito; di un Paese in cui imperversa la dittatura delle Banche; di un Paese in cui la corruzione ha battuto ogni possibile primato; di un Paese in cui è consentito ai Parlamentari di fiancheggiare una Delinquente e di tradire il giuramento di fedeltà reso in cambio di lauti ed immeritati compensi; di un Paese in cui i Ministri di Maggioranza, ribaltando le regole democratiche e contro ogni senso della misura e dell’opportunità, si dà all’opposizione, coprendoci di ignominia e di ridicolo; di un Paese in cui si disattendono si nasconde alla Gente le ragioni dell’incontro dell’ex Premier Gentiloni col Criminale internazionale Soros; di un Paese in cui si mente senza ritegno, a partire dalla narrazione delle pensioni pagateci dagli Immigrati, i quali non pagano i contributi!; di un Paese in cui si consumano impunemente orrori sull’infanzia, coperti dalla Stampa ed ignorati dai Giudici cui bisognerebbe chiedere quale ascolto, quale attenzione, quale doveroso interesse abbiano nel tempo manifestato alle denunce di Genitori derubati dei Figli.

Quell’Italia sana, Mattarella, di tutto questo si vergogna.
E mentre saluta l’ennesima vittima non della Immigrazione, ma di uno Stato che condanna a morte i propri Servitori, Lei potrà ancora esibire tutta la Sua consunta e sdrucita retorica.