Prove tecniche di ribaltone, ‘spettacolo di clown e trasformisti’

di Marcello Veneziani – – Non sottovalutate quello che è successo l’altro giorno al Parlamento europeo. È un preavviso di ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni in Italia. I grillini che votano con l’odiato asse franco-tedesco, col pd, coi popolari e con Forza Italia, contro la Lega e gli eurocritici, e diventano decisivi per eleggere Ursula von der Leyen, non sono solo un esempio di cialtroneria, uno spettacolo di clown e trasformisti. Sono un campanello d’allarme su come si potrà evolvere la situazione nostrana, quali pieghe insospettate potrà prendere.

Quando un non-partito è in caduta libera nei sondaggi e nei voti, quando sa che la partita di governo che si sta giocando non consente repliche né prove supplementari, insomma quando si deve giocare il tutto per tutto, allora diventa disponibile a ogni operazione. Pur essendo incapace di governare, il M5S diventa capace di tutto, pur di restare a galla. Alla condizione in cui si trova vanno poi aggiunti due fattori decisivi. I grillini non hanno un’idea, una visione, una linea, sono una mucillagine coagulata dalla rabbia che assume le forme del momento, della rete, dei sondaggi più o meno pilotati. Non hanno una storia ma solo una piattaforma mobile. E tantomeno hanno una cultura, un’etica politica, se non il puerile abecedario forcaiolo che gli ha fornito qualche travagliato maestrino. Basta gridare ogni tre per due “cacciamolo”, “processiamolo” o “in galera!” e poi si è a posto per ogni giravolta.

A questa ameba proteiforme dei 5Stelle aderisce perfettamente un leguleio astuto come il premier professor avvocato Giuseppe Conte che ha una sola linea di governo: sopravvivere a tutti i costi, galleggiare a qualunque prezzo. E quando gli ricapita? Lui concorre a trasformare i grillini da bufali scatenati in vitel tonné da servire ai tavoli europei.

Visti questi presupposti i grillini saranno buoni a nulla ma sono pronti a tutto pur di sopravvivere a Salvini e galleggiare: diventare alleati dei franco-tedeschi e di Berlusconi, del Pd e delle Ong, di Benetton e dei Si-Tav, della Cina e del Venezuela. Pur di abbattere l’orso Salvini, che è il loro alleato ma anche il loro carceriere e la loro sanguisuga, sono pronti a sparagli un missile di fabbricazione franco-tedesca.

Non ridete, ma se volessimo dare una lettura culturale dell’attuale fase politica quale modello letterario dovremmo richiamare? Senza dubbio Luigi Pirandello. La partita che si è aperta ci riporta alla matrice pirandelliana della politica italiana, che i grillini ripercorrono come i trasformisti della prima, della seconda repubblica e della vecchia monarchia. Pirandelliana è l’alleanza con la Lega, che li soffoca e li sostiene; Salvini è il loro amico principale e il loro nemico principale. A Pirandello si è richiamato ieri il grillino Nicola Morra sbagliando naturalmente citazione; citava “la roba” verghiana e l’attribuiva a Pirandello. Puro pirandellismo involontario.

Ma solo Pirandello può spiegare la giostra politica del presente. Il suo teatro è uscito dalle scene ed è entrato nella realtà e nella politica. Ecco il relativismo assoluto, il gioco delle parti e delle combinazioni, il paradosso come criterio di scelta e di comprensione, il rovesciamento continuo dei ruoli, delle parti e degli scopi, l’ignoranza come virtù, la cultura come un demerito, l’odio del proprio paese come collante nazionale… Tutti possono allearsi con tutti e con nessuno, recitano a soggetto, restano prigionieri di se stessi prima che della situazione, ciascuno a giorni alterni si accorda e si sottrae all’accordo, stringe mani e poi chiede mani libere. Il criterio è stare fuori, dentro, sopra o sotto il governo, l’europa o i patti, senza mai coincidere in modo definitivo. Le variabili sono infinite e impazzite. È la babele allo stato puro.

Torna il detto di Longanesi, la democrazia si replica per assenza di dittatore… Perché il relativismo assoluto di solito evoca, e invoca, il suo contrario, un bel Dittatore che mette fine al chiacchiericcio e al caos, al ballo di san Vito delle alleanze e alla latitanza di governi e punti fermi. Giampaolo Pansa ha trovato in Salvini il Dittatore, ma lui è solo un Twittatore.

Pirandello colse il prisma contemporaneo in tutte le sue sfaccettature, il gioco di luci e ombre, comparse e scomparse, posizioni e fluttuazioni di quel grande palcoscenico che è la condizione umana, moderna, e nello specifico italiana.

Solo Pirandello può spiegare quello che sta succedendo nel Movimento 5stelle tra Dima e Diba, nel Pd coi suoi personaggi in cerca d’autore, con Berlusconi funambolo che abbraccia Toti per soffocarlo, o coi sovranisti senza sovranità.

E restano pagine da manuale di teatro surreale, tra Pirandello e Scarpetta, la mimica di Berlusconi all’uscita dalle consultazioni con Mattarella o le prediche on the road con la testa roteante dell’Imam Ale Diba, o il rapporto perverso tra Renzi, Zingaretti, Minniti e il loro partito. Solo Pirandello può dare una spiegazione illogica a ciò che sta accadendo. Tutto è esilarante, come il gas; e come il gas è letale. Saranno le esalazioni dall’immondizia che sommerge le vie di Roma, saranno le voragini che si aprono nelle strade come nella logica e nei bilanci della Capitale. Sarà che non riusciamo a liberarci del negativo perché si sono chiuse pure le discariche della politica in cui incenerire i rifiuti accumulati. Ma c’è qualcosa di assurdo e malefico nell’aria che non riusciamo a decifrare. E che siamo riusciti ad esportare anche in sede europea.

Solo Pirandello ci può aiutare, dategli l’incarico di presiedere l’Authority della Pazzia. E il fatto che sia morto da un sacco di tempo rende ancora più pirandelliana la situazione.

Marcello Veneziani, La Verità 18 luglio 2019