VERO EVENTO NELL’EVENTO DI QUESTA XXIII EDIZIONE DI RIMINICOMIX L’INSTALLAZIONE-MAUSOLEO DI SUPERNATIVO ASSOLUTO, LUMINOSO STROBOSCOPICO CALEIDOSCOPICO ESEMPIO DI CIALTRONARTE, OPERA DEL MULTIFORME ARTISTA STEFANO DAVIDSON. OSPITATA AL MUSEO DELLA CITTA’ DI RIMINI DAL 13 AL 28 LUGLIO.
SI TRATTA DI UN LAVORO COMPLESSO E STRATIFICATO CHE SI POTREBBE DEFINIRE POST POP, CHE METTE IN SCENA IL POPOLO DEI SUPEREROI DEL FUMETTO FACENDOLI ASSURGERE ALLO STATO PSEUDODIVINO, IN UN GIOCO DI RIMANDI MOLTO PIỦ PROFONDO DI QUANTO SEMBRI. LO SI CAPISCE DAL CATALOGO FUMETTO, UN VERO ALBO (FUMO DI CHINA EDITORE), CHE NARRA IN FORMA DI APOLOGO LA STORIA CUI PRENDONO PARTE I TANTISSIMI PERSONAGGI DELL’INSTALLAZIONE, ANCHE QUESTA SCRITTA E ILLUSTRATA DALLO STESSO DAVIDSON
Personalità multidimensionale, oltre che pittore figurativo è anche scrittore, giornalista, operatore musicale, Stefano Davidson non è nuovo ad intraprendere nuove strade, sempre con eccellenti risultati. Dopo aver escogitato la Non Arte, presentata da Strinati a Roma al Museo degli strumenti musicali (2009), con tanto di “manifesto” nel quale si teorizza l’assenza dell’arte quale sua unica possibilità ed essersi messo in gioco con Nessun dogma (2017), ospitata allo studio Rosai di Firenze, nella quale si confrontava con i più eterogenei materiali e tecniche: dal plastico di una metropoli realizzato con residuati di computer a cere su tela, da stampa su lino in forma di sindone a ready-made di gusto kubrickiano, sculture di specchi e mixed media videomusicali, giunge adesso ad una spettacolare fase nella quale punta al fumetto realizzando con materiali di riuso (giocattoli, pupazzi ecc.) una specie di Pantheon babelico, sabba e rito iniziatico con protagonisti i super eroi e i personaggi nati dalle strips.
Non si tratta, anche in questo caso, di mera provocazione, bensì di una specie di situazionista détournement 2.0 che sotto l’apparenza svagata e, se si vuole sgangherata (l’autore la definisce cialtronarte) insinua un tema molto forte, che magari sfugge a quelle forme d’arte imposte dal mercato che si prendono invece assai sul serio, risultando infine assai più cialtrone, rinchiuse come sono in formule che portano all’infinita reiterazione degli stessi motivi. Il pensiero forte che si evince dall’Assoluto Nativo è che l’unica certezza è che non vi è certezza, la quale come scrive Shackley si basa solo su granitica ignoranza.
I rimandi alle mutazioni dell’homo technologicus permettono al visionario autore una ironica affabulazione , ampiamente sviluppata nell’albo a fumetti, graficamente e narrativamente avvincente, nel quale si comporta come il briccone divino di junghiana memoria, satireggiando le istituzioni e le credenze religiose, quand’anche siano la fede nel progresso e nella scienza. Il bello è che vi riesce con spettacolare felicità, legando l’ironico all’iconico e il gioioso al giocoso
STEFANO DAVIDSON – Supernativo Assoluto
COMUNICATO STAMPA Prof Fabio Norcini Studio Rosai di Firenze