L’ultima relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, riferita al periodo luglio-dicembre 2018. Per la criminalità romena, il traffico di stupefacenti, anche in concorso con soggetti criminali italiani, lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di persone, l’intermediazione illecita dello sfruttamento della manodopera rimangono i reati di maggior interesse.
Le indagini degli ultimi anni hanno evidenziato, invece, l’interesse dei gruppi criminali originari dei Paesi dell’ex Unione Sovietica soprattutto verso la commissione di reati contro il patrimonio, verso il traffico di stupefacenti e di armi, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione, mentre non viene escluso un più ampio sistema di riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti in Italia ed in altri Stati d’Europa.
Per quanto riguarda la criminalità sudamericana, che comprende componenti di origine boliviana, colombiana, venezuelana, dominicana, peruviana ed ecuadoriana, si confermano gli interessi nei traffici internazionali di stupefacenti, nello sfruttamento della prostituzione e nei reati contro il patrimonio e la persona. Questi gruppi, evidenzia la Dia, “rappresentano un costante punto di riferimento, anche per la criminalità organizzata autoctona, per i traffici di droga, specie di cocaina, sfruttando a questo scopo le rotte marittime ed aeree, passando per scali intermedi per eludere i controlli”.
Tra i vari gruppi, resta alta la pericolosità delle ”gang” dei latinos, le cosiddette pandillas, diffuse soprattutto nelle aree metropolitane di Genova e Milano. Anche i gruppi criminali del Centro- Nord Africa stanziati nel nostro Paese interagiscono, spesso, con cittadini italiani o di altre nazionalità, in particolare per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. affaritaliani.it