Mafia, DIA: Milano tra prostituzione cinese e criminalità organizzata. Un fenomeno ampliato sia territorialmente sia culturalmente. Così è descritta la prostituzione cinese a Milano nell’ultima relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, riferita al periodo luglio-dicembre 2018.
Secondo il rapporto, per quanto riguarda le attività illegali portate avanti dalla comunità cinese in città, mentre lo spaccio di stupefacenti (soprattutto di ‘shaboo’) viene praticato da pregiudicati e minorenni secondo consuete modalità operative, il fenomeno della prostituzione cinese sta evolvendo. “Il meretricio – si legge nella relazione della Dia – sembra non essere più circoscritto solo in casa o all’interno di ‘centri massaggi’ a favore di una clientela principalmente cinese, ma si estende a un mercato più vasto, secondo nuovi modelli operativi basati sull’interazione tra prostitute e intermediari”.
Le prime, spiega la Dia, esercitano l’attività “senza particolari vincoli e senza subire vessazioni o violenze”. I secondi non svolgono il ruolo di violenti sfruttatori, ma ricevono una percentuale sull’importo della prestazione “per il solo impegno profuso nella ricerca di potenziali clienti attraverso le piattaforme social o all’interno dei locali di intrattenimento”.
Secondo il monitoraggio della Dia, Milano resta il baricentro delle attività economiche cinesi legali e illegali. Ma queste, dalla tradizionale area di China Town, si stanno sviluppando anche nella zona nord-ovest della città, tra viale Jenner, piazza Dergano e il quartiere di Affori. affaritaliani.it