di Ornella Mariani
Dalle derive esibizionistiche di de Magistris che, dispensatore per antonomasia di medagliette e souvenirs, premia un’avventuriera; sfida il Governo ed insulta gli Italiani trovando un Emulo nel Governatore della Toscana, al delirio di Zingaretti: “… la parte migliore del paese deve essere pronta a prendere in mano le redini…”, emergono nette le amarezze di una Italia rassegnata al degrado; la memoria dei rubli sovietici di cossuttiana memoria e le acrobazie finanziarie del Kompagno Greganti.
Salvini uscirà indenne anche da questo infame artificio e a noi non sfugge che vengono alzati polveroni e concitati i toni per solo distrarre la Pubblica Opinione dalla interiorizzazione degli orrori di Bibbiano e dall’immane scandalo che travolge ampie fasce di Magistratura.
I primi attengono a quel mai del tutto esplicitato, ma coltivato sogno comunista di destabilizzare la Società sostituendo la Famiglia con lo Stato; sequestrando una Generazione per “educarla”; sovvertendo l’aspetto riproduttivo di una Nazione; introducendo una aberrante proletarizzazione e sottraendo le capacità di pensiero autonomo attraverso tre fasi: scolarizzazione, subornazione e indottrinamento.
E’ questo forse il senso di quei furti d’infanzia alle legittime figure genitoriali.
Il secondo costiuisce il punctum dolens nazionale: la incurabile sordità di Mattarella, distante dagli accorati appelli e dalle sofferenze di un Paese sbrindellato; dall’ultimo affronto dello Psicopatico oltralpino, che fa del disprezzo per l’Italia una ragione di vita; dal fango di ampi settori della Istituzione che presiede e che avrebbe dovuto sciogliere.
E’ il don Abbondio che canta il de Profundis ad un’Italia arringata dall’ultimo dei Personaggi di una Opposizione disperata e consegnata ad un guasconismo cialtrone sconsiderato; irresponsabile; provocatorio e impudente.
Si vive, dunque, nella paura di sapere se da questo peggio uscirà altro peggio e nell’ansia di sapere se lo sopporteremo, poiché non c’è più limite davvero.
Dai “… se parlo io….” di Palamara, alla cui moglie Zingaretti sembra aver trovato una collocazione lavorativa, ai ricatti; ai “favori”; alle intimidazioni; alle contiguità fra Politici e Giudici compromessi e asserviti: Forti con i Deboli, Deboli con i Forti e indifferenti allo sputtanamento subìto, è una caduta libera ed il tonfo sarà irreparabile!
Il centro di questo ignobile show-down è dominato dai “Profughi”: non in fuga da regimi liberticidi, ma prestati a chi ne fa commercio a beneficio della Criminalità nostrana dalla quale saranno reclutati per il più ospitale e giusto controllo del territorio, e dalla imbarazzante ma eloquente successione somatica dei Maggiorenti pidini.
Dopo Renzi e Martina, infatti, fa strada Zingaretti che, per darsi coraggio e conferire improbabile credito alle puttanate espresse, grida: “abbiamo le mani pulite”.
Ci domandiamo quando e dove se le siano lavate.
Nel frattempo, ci consola essere “accoglienti” fino a ricevere anche i rifiuti della Francia e della Germania;
ci conforta sapere che le “risorse” vivono dei nostri mezzi e della benedizione di Bergoglio; ci solleva saperci in Europa: quella divorante piovra avvinghiata ad interessi economici e generata per affamare Popoli cui è stata imposta anche una lingua terza: di una Nazione che ne è uscita….
Un grande imbroglio sul quale i Giullari di Regime, dopo aver messo l’Italia ai saldi, credono di potere ancora esercitarsi in tatticismi di circostanza.