La comunità islamica, rappresentata a Pisa da 27 nazioni, è scesa in piazza ieri, 13 luglio, con un sit in che si è svolto a partire dalle 18.30 sotto a Palazzo Gambacorti, sede del comune di Pisa, per difendere il diritto a costruire la moschea in città. I partecipanti hanno esposto cartelli recanti alcuni articoli della Costituzione, insieme ad altri in cui si accusa direttamente l’amministrazione comunale di essere ‘islamofoba’.
“La manifestazione – spiega l’imam di Pisa Mohammad Khalil – ha raccolto l’adesione di centinaia di persone che hanno riempito la piazza. Nel programma del sindaco Conti la questione della costruzione della moschea viene trattata sotto la voce ‘Sicurezza’ e ‘Legalità’. L’amministrazione insiste nel negare il permesso a costruire senza però proporci un’alternativa a Porta a Lucca. Abbiamo incontrato il Comune una sola volta da quanto c’è la nuova maggioranza: il 6 agosto dello scorso anno. Da allora ha evitato ogni confronto, non rispondendoci nemmeno alle varie lettere che abbiamo inviato nel tempo. Se non è islamofobia questa, cos’è?”.
La vicenda è quella che riguarda la costruzione della moschea a Porta a Lucca, da tempo al centro di una lunga e complessa procedura burocratica, terminata, almeno per il momento, il 13 giugno scorso con il diniego, da parte del Comune, del permesso a costruire richiesto dalla comunità islamica a maggio 2016. Una decisione presa dopo che la Soprintendenza ha annullato in autotutela, “per un errore materiale”, il parere favorevole all’autorizzazione paesaggistica, dato con alcune prescrizioni il 7 maggio scorso.
La questione non sembra tuttavia finita qui. “Il nostro avvocato – aveva affermato Khalil alcuni giorni fa – sta lavorando per agire legalmente contro questa che ci sembra un’ingiustizia. “. Intanto il Comune ha inserito l’area su cui era prevista la costruzione del luogo di culto nella cosiddetta ‘variante stadio’, con l’ipotesi di realizzare in via del Brennero un parcheggio pubblico.