Nel piano dell’Italia per gestire i flussi migratori a livello europeo ci sono filtri sui visti e porti franchi. Lo ha spiegato al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi annunciando che domani il progetto verrà presentato a Bruxelles. “Il primo livello è fare di più prima che le persone inizino a migrare. Occorrono investimenti maggiori, con finanziamenti sufficienti, nei Paesi dai quali si parte: progetti mirati a rafforzare il tessuto sociale o mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le risorse necessarie sono ingenti e proprio per questo il tema deve entrare nei negoziati sul Quadro finanziario europeo 2021-2027. Per raccoglierle, si può pensare anche all’emissione di appositi titoli europei di debito“.
“Quei migranti che legittimamente chiedono asilo” devono poterlo fare “in luoghi il più possibile vicini a quelli che sono costretti a lasciare. Per esempio, un rifugiato da un paese in guerra dovrebbe poter far esaminare la sua domanda di asilo presso un ufficio europeo nel più vicino Stato in pace, prima di affrontare un viaggio lungo e sempre drammatico. E se l’asilo viene riconosciuto, il rifugiato dovrebbe viaggiare verso l’Europa attraverso corridoi umanitari senza dover pagare i trafficanti. L’Ue deve garantire trasporti normali, voli charter come ne sono stati fatti anche di recente verso l’Italia per persone di cui si sapeva già che avevano diritto all’asilo. Chi ha diritto all’asilo deve poter viaggiare in condizioni degne, non in mano a criminali”.
“Per la ripartizione ci vuole un metodo con criteri oggettivi e chiari. Inoltre, gli uffici europei per la valutazione delle domande di asilo, se funzionano bene, potrebbero anche vagliare domande di lavoro fatte da chi emigra per ragioni economiche o a causa dei radicali mutamenti climatici. Se trovassero offerte di lavoro in qualche Paese europeo, anche queste persone potrebbero cosi viaggiare al sicuro”, ha spiegato.”C’è una strada per ridurre gli oneri per lo Stato dove sbarcano i migranti. Lo sbarco va scollegato dal concetto di ‘primo arrivo’ stabilito da Dublino e i migranti andrebbero accolti in ‘aree franche’ da crearsi nei vari Paesi Ue”.
E “il soggiorno di chi sbarca sarebbe di pochi giorni, perché poi le persone andrebbero subito distribuite anche in altri Stati Ue dove si verificherebbe il loro diritto all’asilo. Così, operando su numeri ripartiti e minori, tutto procederebbe meglio”.”E’ una proposta per un approccio europeo: richiede quel salto di qualità finora mai fatto. Perché funzioni, serve una volontà politica solidale che eviti l’arrocco sovrano di ciascuno Stato nel suo ‘particulare'”.