Difesa confini, Trenta: ”Salvini non me lo ha chiesto”. E glielo doveva chiedere?

Vertice a Palazzo Chigi sul tema migranti anche in vista del Consiglio Ue del 15 luglio nel quale, come chiesto da Italia e Malta, si affronterà l’argomento. “Le navi prendono ordini dal ministro di riferimento”, dice Elisabetta Trenta.

“A me basta che le navi difendano i confini: ciascuno faccia il suo”, ribatte Matteo Salvini. Continuano, sul tema dei migranti, le schermaglie tra Difesa e Viminale. Lo scontro a distanza, a parole negato, va in scena dopo poco meno di un’ora di vertice a Palazzo Chigi.

Giuseppe Conte riunisce attorno a un tavolo tutti i ministri competenti: ci sono Salvini, Trenta, Enzo Moavero, Danilo Toninelli e anche il capo di gabinetto di Giovanni Tria, dal momento che il ministero dell’Economia ha competenza sulla Guardia di finanza. “E’ stato un incontro proficuo in cui abbiamo rivisto i dati sui flussi e gli elementi di contrasto al traffico illegale”, dice Conte.

E anche gli altri partecipanti assicurano che è andato tutto bene, niente litigi o toni alti. All’uscita da Palazzo Chigi, però, torna in scena la tensione tra Difesa e Viminale. Trenta dichiara di aver letto della proposta di Salvini di aver messo le navi della Marina a protezione dei porti solo sui giornali: “Stasera non me l’ha chiesto”.

Il ministro dell’Interno indirettamente conferma, ma poi aggiunge: “Abbiamo messo sul tavolo altre iniziative come i controlli della Marina militare preventivi sulle navi di presunto soccorso per verificare se abbiano tutti i requisiti. A me basta che le navi delle forze armate difendano i confini via terra, via mare, via aereo: esercito, Marina militare, Guardia di finanza. Se ciascuno fa il suo in Italia entra chi ha il permesso di entrare”, è la sua stoccata. ANSA