Il governo di Al Sarraj, imposto dall’Onu, sta discutendo del rilascio di tutti i migranti per la loro sicurezza. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashaga, dopo il raid che ha provocato una strage nel centro di detenzione di migranti a Tajoura. Bashaga, citato dal portale d’informazione ‘Libya Observer’, ha anche evidenziato che il governo di concordia nazionale è obbligato a proteggere tutti i civili, ma gli attacchi ai centri di detenzione con jet F-16 vanno oltre le capacità del governo di proteggerli.
Sono circa 700 mila i migranti presenti in Libia. Di questi, oltre 6 mila sono rinchiusi nei centri di detenzione, oltre la metà dei quali vicino alla linea degli scontri. Secondo gli ultimi numeri forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, 3.800 persone si trovano in centri in zone di combattimenti, come quello di Tagiura, a est di Tripoli, bombardato martedì sera.
La nazionalità più rappresentata (in tutto sono oltre 40 i Paesi di provenienza) è il Niger con il 19%. Seguono l’Egitto (14%), Ciad (13%) e Sudan (12%). Sono numeri significativi anche alla luce delle ultime dichiarazioni del Governo di accordo nazionale di Tripoli che non esclude di “liberare tutti i migranti attualmente detenuti” perché non in grado di garantire la loro sicurezza. agi