NEGRIERI

di Gianni Petrosillo – –   www.conflittiestrategie.it

Il fine dei ”pirati umanitari” è demolire gli Stati. Lo capisce anche un bambino. Solo che non lo si fa solo perché si vogliono lucrare le migliaia di euro che questi criminali ottengono da chi emigra e che non scappa da nessun campo di tortura e sterminio. Il fine è manovrato da quelli che si continuano a definire “sinistra”: Da Lerner alla Boldrini: l’esultanza per la Sea Watch “fuorilegge”, i quali pagano anche le spese: Lo schiaffo di Casarini: “Pagheremo la multa per l’ong di Sea Watch

Abbiamo a che fare con gente che è pronta a mandare a picco il paese pur di non perdere quel potere che è stato lasciato loro per troppo tempo, a partire dall’operazione “mani pulite”. Ma la preparazione era antecedente, risaliva alle manovre del Pci anni ’70, in combutta con settori DC (il “compromesso storico”); un Pci che si spostava copertamente (ma solo per i suoi ciechi seguaci) verso gli USA e l’atlantismo, che “approfittò” (state attenti alle virgolette) del caso Moro, fatto che consentì un facile viaggio di un suo importante dirigente negli Stati Uniti proprio una volta rapito il dirigente democristiano con gli importanti documenti che aveva in borsa (quelli mai ritrovati!).

Voi capite da quanto tempo questa “sinistra” ha tradito l’originaria appartenenza (con lo stesso spirito del Re e di Badoglio nel ben noto “8 settembre”) e ne ha approfittato per impadronirsi di tutti i gangli dell’informazione e dell’amministrazione dei principali organi dello Stato. Ora sono in crisi e stanno tentando disperatamente di non perdere quelle posizioni, pronti a mandare a fondo l’intero paese pur di restare loro a galla. In ciò aiutati dall’imprenditoria privata, da me detta “cotoniera”, che ha una lunga storia di trame e tradimenti; a partire dall’ENI di Mattei, dall’aver messo a dirigere l’IRI un uomo che ne svendette una discreta parte, ecc. Si deve interrompere il tradimento e la perversione di questa forza politica; e con la forza. Per il momento, non si vede chi abbia questo coraggio.

La Sea Watch non sfida Salvini: l’attacco è contro tutta l’Italia
sono in parte d’accordo, ma con una precisazione, che andrà meglio sviluppata in futuro. Quelli che sono contro l’Italia, lo sono perché stanno perdendo l’influenza che hanno avuto da mezzo secolo e più con ulteriore incremento dopo la fine della prima Repubblica. Deve essere chiaro che l’operazione “mani pulite” (avvenuta su input anche degli USA e non a caso solo dopo la fine del campo “socialista” e la dissoluzione dell’URSS; prima era pericoloso agire così) è stata condotta da una magistratura già da tempo invasa soprattutto dalla “sinistra”.

Oggi questi manigoldi sentono in forse il loro potere; perfino nel servilismo agli Stati Uniti, attualmente divisi in due establishment in netto attrito. E allora sono pronti a mandare al diavolo l’intero paese pur di continuare a predominare. E sono alleati in questo della parte più inetta e incapace dell’imprenditoria privata, la più corrotta, vera erede di quella che fece fuori Mattei per indebolire, assieme all’ENI, tutta l’impresa pubblica.

Non si battono questi furfanti, pronti a distruggere il paese pur di mantenere il controllo delle sue macerie, con i metodi sedicenti “democratici”. Oggi la parte fondamentale del paese – e i suoi ceti popolari – è esasperata, ma non ha ancora chiaro in testa cosa si deve fare per annientare questi “infetti”, questi “agenti patogeni”. Occorre una formazione dirigente lucida e che afferri il fondo del problema e agisca con i metodi all’uopo necessari.