La Ong che tiene i clandestini bloccati in mare, in attesa di sbarcarli per forza in Italia, scrive un nuovo messaggio su Twitter: “Le persone rimaste a bordo ci chiedono fino a che punto bisogna sentirsi male per potere essere sbarcate. Alcuni naufraghi cominciano a minacciare di buttarsi in mare”.
Anche sul significato dei termini bisognerebbe cominciare a intendersi. Chi si arrischia in mare senza documenti, pagando cifre esose, consapevole dei pericoli, non è un naufrago, ma un incosciente avventuriero. Minacciare il suicidio, dopo aver fatto un’enorme sciocchezza a pagamento, è un ricatto morale indegno che li qualifica.
"Le persone rimaste a bordo ci chiedono fino a che punto bisogna sentirsi male per potere essere sbarcate.
Alcuni naufraghi cominciano a minacciare di buttarsi in mare".@giorgialinardi @tagadala7 #SeaWatch— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 24, 2019