È iniziato ieri il processo alle “belve” di Lanciano, la banda di romeni che lo scorso settembre ha fatto irruzione nella villa di Carlo Martelli e Niva Bazzan, pestati, torturati e rapinati.
In un tribunale blindato, l’udienza si è aperta con un rinvio al 30 settembre, quando – come racconta il quotidiano locale il Centro – inizierà davvero la discussione in Aula. Ma è certo che i sette – sei dei quali accusati di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma – otterranno uno sconto di pena, avendo scelto il rito abbreviato.
Colpisce però l’assenza dei coniugi Martelli, che hanno deciso di non costiuirsi parte civile. Un modo – ha ammesso il medico al TgR Abruzzo – per non aver più a che fare con loro. Ma anche per non avere ritorsioni in attesa che la giustizia faccia il suo corso o dopo l’eventuale scarcerazione di uno di loro. “E allora che faccio? Meglio lasciar perdere…”, ha detto commentando l’ipotesi di ritrovarseli in giro un giorno.
La cruenta rapina avvenne nella notte tra il 22 e il 23 settembre 2018, quando la banda entrò in casa della coppia, sorprendendo i due nel sonno. Le “belve” pestarono selvaggiamente le due vittime e arrivarono persino a tagliare un orecchio alla donna finché l’uomo non ha ceduto e ha consegnato le carte bancomat con le quali i ladri hanno prelevato diverso denaro.
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