Sono i soldi finiti nelle tasche di immigrati che, dopo aver maturato le condizioni e i diritti per l’assegno sociale, se ne tornano nel loro Paese alle spese del welfare italiano. Costringendo poi l’Inps o gli investigatori a scoprire se sono ancora in possesso dei requisiti per incassare il benefit.
La legge infatti è chiara: uno straniero può accedere all’assistenza se ha 66 anni e sette mesi di età, se è residente nel Belpaese o se ha il permesso di soggiorno da almeno dieci anni. Attenzione, però, se l’immigrato se ne sta per più di 30 giorni all’estero, l’assegno andrebbe sospeso. Ma non sempre accade e succede che alla fine, come riporta La Verità, le indagini portino a scoperchiare casi eclatanti.
Come scrive il Giornale, è successo a febbraio del 2018, quando 182 stranieri – ufficialmente residenti ad Ancona – erano tornati nel loro Paese (Albania, Marocco, Polonia, Macedonia e via dicendo) senza comunicarlo all’Insps e così hanno continuato a percepire 450euro al mese, tredicesima inclusa, per quattro anni.
Costo totale per le casse dello Stato: 1 milione di euro circa. Casi simili sono avvenuti a Sabaudia (altri 36 furbetti scoperti dalle Fiamme gialle, per un totale di 340mila euro) e a macchia di leopardo un po’ in tutta Italia. Altri sette, per esempio, nel giugno dell’anno scorso sono stati beccati a Genova che da tempo non erano più in Italia, nonostante continuassero a percepire l’assegno. Poi è successo ancora Firenze (120 mila euro) e a Pescara: 5 stranieri, che hanno incassato 200mila euro, avevano raggirato l’Inps. Alcuni se ne erano tornati nel Paese di origine, altri invece avevano dichiarato di essere indigenti senza esserlo. Dunque in teoria non avrebbero potuto ottenere l’assegno sociale.
basterebbe aggiungere la regola per gli stranieri di ritirare l’assegno sociale di persona alle poste …. così fanno in Irlanda per un assegno di (diciamo) disoccupazione ed inserimento al lavoro …. quando in quel paese l’assegno era accreditato in banca molti giovani ne approfittavano per fare lunghi viaggi all’estero senza minimamente curarsi di cercare lavoro, quindi lo Stato Irlandese ha aggiunto questa semplice regola e così non ha più finanziato le vacanze ai giovani irlandesi sfaticati.