Si chiude con 600.495 euro di passivo il bilancio del Partito democratico relativo al 2018. Il documento è stato approvato giovedì scorso insieme alla relazione del tesoriere Luigi Zanda. Ma i conti fatti non hanno niente a che vedere con l’attuale gestione guidata da Nicola Zingaretti, in quanto costituiscono piuttosto l’ultimo resoconto finanziario della segreteria Renzi.
Come scrive huffingtonpost.it – c’’è da dire che l’eredità raccolta dall’ex tesoriere Francesco Bonifazi non è stata delle migliori, anzi. La guida di Pier Luigi Bersani aveva lasciato le casse del Pd con ben 10,8 milioni di passivo (una enormità rispetto ai 600mila di adesso) e tutti i problemi già noti ancora lì intatti, dall’elefantiaca macchina del Nazareno ai giornali ultra indebitati (l’Unità), o con risorse in esaurimento (Europa).
Toccherà ora a Zingaretti e Zanda provare a uscire da questo periodo buio. Il nuovo tesoriere si è già attivato per approntare un piano di rientro dal debito e, soprattutto, trovare una soluzione per il personale.
Infine, va completato il recupero delle somme non ancora versate dai parlamentari. A fine 2018, i crediti vantati dal partito nei confronti di deputati e senatori erano pari a ben 822mila euro. Già nei primi mesi dell’anno Bonifazi ha intrapreso il pressing nei confronti dei morosi, lavoro poi proseguito (con maggior discrezione, senza articoli sui giornali) da Zanda.