Il giornale dei vescovi ‘Avvenire’ promuove la Guida all’islam

La dialettica interreligiosa scandisce i nostri tempi: cattolicesimo e islam, soprattutto, non hanno mai dialogato in maniera così assidua e sostanziale. Perché Avvenire, il quotidiano dei vescovi, dovrebbe fare eccezione? “Guida all’islam per persone pensanti. L’essenza dell’islam in 12 versetti del Corano” può finire in prima pagina, in basso a destra. Del resto alcune comunità islamiche del Belpaese, per l’ultima festività di Eid, che coincide con il termine del Ramadan, hanno scelto una dedica speciale: Papa Francesco come artefice principale di una rinnovata fase di confronto.

C’è una parte di Chiesa, quella chiamata “tradizionalista”, che insiste nel sostenere come le due confessioni non possano essere equiparate da un punto di vista teologico-gerarchico. Il cardinal Raymond Leo Burke, il cardinal Pujats e altri lo hanno specificato di nuovo per il tramite di una “dichiarazione”, ma forse poco importa: l’autore del libro segnalato in bella vista dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana è il principe giordano Gazi Bin Muhammad, che fece parte dei trentotto sottoscrittori di una lettera inviata a Benedetto XVI dopo il celebre discorso di Ratisbona, come si può approfondire in questo articolo di Sandro Magister.

Non si trattò di una missiva critica, ma certo rispetto ai tempi di Joseph Ratzinger oggi è possibile segnalare almeno un’accelerata tesa alla sincronia tra le parti. Pure Benedetto XVI era un universalista dedito al dialogo – capiamoci – , ma forse non avrebbe mai firmato in modo congiunto il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” con il grande imam di Al Azhar, che si era distinto per non aver troppo apprezzato la pronuncia riguardante pure alcuni aspetti della religione musulmana dell’allora pontefice regnante nella città bavarese. […]

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