Con il soldi dei donatori, l’Onu allestisce in Tunisia un campo profughi per 25mila persone, ma dice che la Tunisia non è un posto sicuro per i ”migranti’‘. Tale dichiarazione è stata rilascista a proposito dei clandestini, fermi davanti alle coste tunisine, che pretendono di sbarcare in Europa.
“Vogliamo andare in Europa, non vogliamo cibo, non vogliamo stare qui, vogliamo l’Europa”. E’ quanto urlano in un video, pubblicato sulla pagina Facebook dell’ong ‘Forum tunisino per i diritti economici e sociali’ (Ftdes), i 75 migranti a bordo del rimorchiatore Maridive 601 che li ha soccorsi al largo della Libia e da una settimana ormai alla fonda al largo di Zarzis in attesa dell’autorizzazione ad entrare in porto.
L’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) aveva espresso qualche giorno fa la sua preoccupazione per lo stato di salute dei migranti e reiterato il suo appello al governo tunisino perché autorizzasse lo sbarco dei migranti al porto di Zarzis. “La Tunisia non ha un sistema di asilo funzionante e non può essere definito un luogo sicuro per migranti e rifugiati. I più vicini porti sicuri sono Italia e Malta“, aveva scritto invece l’Ong Medici senza frontiere (Msf) sul proprio profilo Twitter, mentre il Ftdes ribadisce l’appello alle autorità tunisine di consentire l’ingresso in porto alla nave e trovare una soluzione alla vicenda.
ONU: in Tunisia campo profughi “per 25mila libici in fuga dalla guerra”»
A bordo del rimorchiatore Maridive 601, battente bandiera del Belize, secondo l’Oim vi sono 64 bengalesi, 9 egiziani, un marocchino, un sudanese, e tra questi almeno 32 minori non accompagnati. Il caso ricorda molto da vicino quello dell’estate 2018 quando una nave commerciale, la Sarost 5, con a bordo 40 migranti salvati da un naufragio nel Mediterraneo, dovette aspettare 17 giorni per l’autorizzazione allo sbarco al porto di Zarzis, rilasciata a titolo eccezionale e per “ragioni umanitarie”. (ANSAmed)