Raggi si aggrappa all’antifascismo per nascondere i disastri del Campidoglio

Virginia Raggi è sempre più vecchia. Praticamente non passa giorno senza ricorrere all’armamentario antifascista, con tanto di presenza a qualunque cerimonia partigiana, salvo poi beccarsi fischi (meritati) ad ogni 25 aprile. Perché è fasulla pure come nostalgica della resistenza. Anche ieri ci ha ricordato che “Roma è antifascista”. Senza contare quante volte le hanno risposto chi se ne frega.
Perché non si sopporta più, nella ricerca ossessiva di consensi a sinistra. La città, la sua amministrazione, i servizi da garantire alla comunità di cui si dovrebbe occupare, contano meno di zero. L’importante è pavoneggiarsi come storica de’ noantri.
Intanto, ci sono migliaia di cassonetti da svuotare. Ma lei sale in cattedra.
I trasporti pubblici sono al collasso. Silenzio, il sindaco studia ma nessuno le spiega che accadde a via Rasella.
Le stazioni della metropolitana non reggono più. Virginia intona Bella Ciao.
A Roma non si contano le buche in strada. Lei le scambia per trincee contro il nemico in camicia nera.
Le case per la povera gente non si trovano. Il sindaco, coniugata Fico, preferisce i migranti agli italiani.
Non ha neanche “fatto cose buone”

Potremmo continuare a lungo, nel racconto di una città che ogni giorno è vicina alla distruzione. Ma sarebbe troppo lungo l’elenco delle cose che non vanno. Di Virginia Raggi sarà difficile poter dire impunemente che “ha fatto anche cose buone”.
Quel che però non rinunciamo a porre come domanda a tutti è se la Capitale merita un sindaco solo chiacchiere e distintivo. Non c’è traccia di iniziativa sociale degna di essere ricordata. Ha cambiato un numero enorme di assessori. Ha sbagliato tantissime scelte di nomina nei posti più delicati dell’amministrazione.

Però, si mette a giocare all’antifascismo. Ma che senso ha? Non basta la sberla presa persino alle ultime elezioni in città, quelle europee? Alle comunali in cui fu eletta, la Raggi sbaragliò tutti con un incredibile 67 per cento al ballottaggio. Alle europee i pentastellati della Capitale hanno raccolto il 17 per cento dei voti…. Hai voglia a cantare Bandiera Rossa o giù di lì…

In realtà nella Città Eterna viviamo lo straordinario privilegio di aver in cima all’amministrazione una signora che ha capito tutto. Roma è nelle condizioni che tutti notano? Buttiamola in caciara, rispolveriamo l’antifascismo e i gonzi ci cascheranno. Allo scopo è servito anche negare una strada della Capitale in onore di Giorgio Almirante.
Ossessionata da CasaPound

Ossessionata da CasaPound che vorrebbe sfrattare da uno stabile che non è del Comune, la Raggi non ha altro da dire ai romani. Magari sogna di concludere il suo mandato con la carica contro l’obelisco del Foro Italico, su cui campeggia la scritta Mussolini Dux.
E’ stata brava solo nel resistere alle proteste dei cittadini e alle tante inchieste della magistratura che hanno bersagliato il Campidoglio. Ma passeranno anche questi ultimi due anni del suo incarico e quando ce ne libereremo nessuno la rimpiangerà. Neanche quei partigiani a cui si rivolge, lamentosa e triste. Perché dal sindaco della Capitale d’Italia ci si aspettava capacità di governo e non cerimonie quotidiane da dedicare al tempo che fu.
Ma in fondo non è colpa sua. Perché anche Roma, come tutta Italia, è stata colpita dall’illusione grillina. Che ora tutti hanno conosciuto e che si guardano bene dall’applaudire. La ricreazione finirà pure per Virginia Raggi.

Francesco Storace