Su nave Sea Watch giornalisti New York Times e free lance tedesco

“Rifarei tutto quello che ho fatto, per salvare vite umane in mare, rifarei tutto”, ha detto Arturo Centore, comandante della “Sea Watch 3”, all’uscita dal palazzo di giustizia di Agrigento dove per oltre 6 ore è stato incalzato dalle domande dei Pm. “Sono state salvate delle vite umane. Non è un problema ideologico. Anche dopo lo sbarco dei primi migranti, per i 47 che restavano sulla nave non c’era altra scelta che portarli nel porto di Lampedusa, sbarcarli in Italia – ha detto uno dei legali di Centore, l’avvocato Alessandro Barberini -. A quel punto, qualsiasi altra scelta sarebbe stata impraticabile”.

L’avvocato – – Il legale del comandante della Sea Watch 3, l’avvocato Alessandro Gamberini, ha reso noto, all’uscita dal tribunale di Agrigento, che “la vicenda è filmata. C’erano sulla nave dei giornalisti del New York Times e un free lance tedesco che hanno documentato con foto e video le testimonianze dei migranti. Tutte queste cose verranno recuperate dalla Procura di Agrigento e daranno conferma delle cose che abbiamo detto. E’ una vicenda alla luce del sole, nulla da strumentalizzare”.

“Non si comprende – ha aggiunto – come mai una nave che compie un’operazione di questo tipo possa essere trattata, dallo Stato italiano, come una nave offensiva quando entra nelle acque territoriali”.

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