di Andrea Indini – – blog.ilgiornale.it/indini
Lo sbarco “improvviso” della Sea Watch 3, il braccio di ferro sul decreto sicurezza bis, gli stop and go sulla flat tax. Ma soprattutto le trame dietro le quinte. La campagna elettorale per le elezioni europee sta facendo molto male al governo gialloverde. Sul ring sono saliti grillini indiavolati: da mattina a sera pestano senza sosta. E alle botte che danno in chiaro aggiungono colpi bassi assestati di nascosto. E a farne le spese sono sempre e comunque gli italiani.
Il caso della Sea Watch è emblematico. La dice lunga sui malesseri di questo esecutivo. Quando la procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio, il pm che tempo fa ha indagato Matteo Salvini per sequestro di persona, ha sequestrato la nave della ong tedesca e disposto il trasbordo dei clandestini, al Viminale non ne sapevano nulla. Il vice premier leghista l’ha addirittura appreso mentre si trovava collegato con la trasmissione Non è l’Arena (guarda il video). E non l’ha presa affatto bene: “Qualcuno quell’ordine lo avrà pur dato… ora questo qualcuno ne deve rispondere”. Gli occhi dei leghisti non sono puntati soltanto su Patronaggio. C’è il sospetto che dietro ci sia “lo zampino dei Cinque Stelle”. Qualcuno dice che l’input potrebbe essere arrivato dal ministro Danilo Toninelli. Ma non si hanno le prove. Il sospetto, però, rimane.
I giochi sporchi dei grillini vanno avanti ormai da settimane. “Il Movimento 5 Stelle ci fa opposizione e Conte non è più super partes“, ha ammesso anche Giancarlo Giorgetti in una intervista alla Stampa. “Ormai il governo è paralizzato”. I colpi bassi hanno iniziato ad arrivare proprio sull’immigrazione. Con il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, usato come ariete. Poi, però, gli attacchi si sono estesi a 360 gradi, fino a prendere di mira tutte le misure del Carroccio: dal decreto Sicurezza bis, a cui Luigi Di Maio ha contrapposto il pacchetto famiglia per ricattare gli alleati, alla flat tax, che dovrebbe essere inserita nella prossima legge di Bilancio. Due provvedimenti fondamentali per il futuro del Paese, dal momento che uno servirebbe a incentivare rimpatri degli immigrati clandestini e l’altro ridurrebbe la pressione fiscale al 15% facendo arrivare liquidità nei portafogli dei contribuenti, ma anche estremamente difficili da approvare senza un’intesa salda tra i due alleati.
I problemi tra la Lega e i Cinque Stelle sono iniziati quanto Di Maio & Co. hanno iniziato a precipitare nei sondaggi. Per risalire la china hanno cavalcato le inchieste giudiziarie, hanno tramato per mettere in difficoltà l’alleato leghista e hanno in continuazione gettato benzina sul fuoco minando a ripetizione i rapporti tra alleati. In questo modo, i grillini stanno sì raggranellando un pugno di voti in più, ma stanno facendo pagare agli italiani un prezzo altissimo.