di Antonio Amorosi
La scuola è diventata una piazza per fare politica, anche quella più demenziale nelle esagerazioni. Come è emerso nella recente vicenda sollevata dalla sottosegretaria ai Beni culturali Lucia Borgonzoni che ha segnalato come in una scuola palermitana un elaborato in classe di alcuni studenti paragonasse il Decreto sicurezza di Matteo Salvini e del governo alle Leggi del fascismo e di Benito Mussolini del 1938 sulla difesa della razza.
Non un caso isolato, viste le polemiche esplose in passato su eventi simili. Negli ultimi mesi folate di manifestazioni studentesche hanno espresso contestazioni simili contro esponenti del governo. Per drammaticità il tema delle leggi sulla difesa della razza è un argomento di tale gravità che andrebbe trattato con la dovuta serietà soprattutto nelle scuole ma… son ragazzi…
Più complesso è quando accadono coincidenze tali da porre dubbi su quanto gli insegnanti cerchino di condizionare gli studenti. Ma forse sono solo coincidenze.
Fra una decina di giorni si vota nel Comune “rosso” di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, da sempre a guida della sinistra. Tra le tante iniziative organizzate dalla lista Civica espressione del Pd che ricandida l’attuale sindaco Ilenia Malavasi è stata organizzata una particolare caccia al tesoro. L’11 maggio al Parco della Memoria, dalle ore 16, ai ragazzini è stato proposto il gioco di trovare i “candidati alle elezioni” della lista. E’ stata loro “consegnata una mappa che li guiderà alla ricerca dei candidati”, riporta il sito della sindaca Pd.
“Abbiamo scelto di presentarci senza ‘salire in cattedra’, ma giocando e parlando con le persone e non alle persone. Ad ogni squadra di partecipanti alla nostra ‘caccia al tesoro’ racconteremo di noi, delle nostre idee, dei nostri progetti e consegneremo parole per noi importanti, affinché tutti possano concorrere alla scoperta del ‘nostro tesoro’”, spiegano gli organizzatori.
Fin qui niente di male. E forse avranno partecipato all’evento sia ragazzini che adulti.
Ma qualche giorno dopo, il 14 maggio, come per incanto in 4 prime classi della locale Scuola media secondaria di I grado Don Giuseppe Andreoli è spuntato un questionario da compilare nelle esercitazioni “a computer”. Ai ragazzini veniva chiesto di cercare su google informazioni sul proprio Comune e di rispondere alle domande su chi fossero il sindaco e gli assessori, i loro nomi e i compiti oltre che raccontare argomenti affrontati in Consiglio comunale (vedi qui sotto una copia del questionario).
Forse solo una “coincidenza”, a pochi giorni dalle elezioni comunali, e tante buone intenzioni per avvicinare i cittadini di domani ai proprio politici locali o per meglio dire ad alcuni di loro.
“Se l’elettore/genitore non naviga sul sito del Comune, magari non è informato sull’attività svolta, ci pensano i figli a riportare il contenuto del sito”, ha scritto polemicamente sulla sua pagina facebook l’avvocato Massimo Melica responsabile comunicazione della Lega per l’Emilia, “una bella furbata! Se poi tutto questo lo inseriamo con la ‘caccia al tesoro’ della lista del Sindaco, dedicata ai bambini che cercheranno ‘quel tesoro di candidati e loro idee’ capiremo come ormai l’antica propaganda politica inizi con la strumentalizzazione dei bambini. Tutto regolare? Fate voi, a me non piace.”
Chissà se è davvero tutto regolare. Sarebbe interessante chiederlo ai piani alti del ministero per comprendere se anche questa è una normale operazione o l’ennesima conferma che la scuola è diventata una piazza a tutto tondo per fare politica.