Tre notizie, un unico filo conduttore. Notizia numero uno: nelle ultime ore Facebook avrebbe cancellato arbitrariamente ben 23 pagine italiane, colpevoli di diffondere fake news politiche. Naturalmente si tratta di pagine politiche di destra o vicine al Movimento Cinque Stelle. Naturalmente perché, chissà come mai, questa frenesia di censura raramente colpisce gli ambiti della sinistra progressista.
Notizia numero due: un noto conduttore della BBC, tale Danny Baker, è stato licenziato in tronco dall’emittente britannica per aver postato sui social una foto scherzosa che annunciava la nascita del “royal baby”, Archie Harrison Mountbatten-Windsor, e che ritraeva una simpatica scimmietta in abiti umani. Non era certamente l’intento di Baker, ma, dati i natali multietnici della reale mamma, lo scherzo ha destato subito allarme perché potenzialmente “razzista”.
La notizia numero tre è inutile scriverla, si tratta di quanto avvenuto al Salone del libro di Torino, con la casa editrice Altaforte esclusa e le minacce del popolo “politicamente corretto” e “democratico” all’editore Francesco Giubilei.
Tre notizie che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, come, al giorno d’oggi, l’egemonia culturale non solo in Italia ma, più in generale, nel mondo occidentale, sia fermamente in mano alla sinistra liberal-progressista. Non è complottismo, ma, piuttosto, un risultato figlio dell’onda lunga dell’ascesa al potere, in tutto l’Occidente, della (de)generazione sessantottina. E, purtroppo, questa egemonia assume sempre di più le forme di una psico-polizia orwelliana, di una tirannia.1984_film
Eppure proprio ieri, durante la trasmissione condotta da Lucia Annunziata, la conduttrice, le cui posizioni politiche, ça va sans dire, sono notoriamente di sinistra, intervistava il vicepremier Matteo Salvini e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, sul… “pericolo fascista”.
Ci si trova quindi, abbastanza evidentemente, in una situazione paradossale, in cui il deep state sovranazionale liberal-progressista che domina l’Occidente da un lato reprime con la forza (nel vero senso della parola, basti pensare ai metodi della polizia francese contro i gilet jaunes) e utilizza l’intimidazione per arginare ogni idea difforme dalla sua visione del mondo, dall’altro identifica queste correnti di pensiero, automaticamente, come il “male assoluto” della narrativa demo-progressista mondiale, la realizzazione dell’immaginario Emmanuel Goldstein di 1984: il fantomatico “fascismo eterno”, disegnato a uso dei correligionari da Umberto Eco nel saggio omonimo. Per farlo si attacca a mezzi e mezzucci subdoli, come l’esistenza di leggi liberticide che consentono di additare immediatamente le correnti di pensiero difformi come “illecite”.
In Italia ce ne sono due, in particolare e sono quelle alle quali si sono attaccati il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, e il sindaco di Torino, Appendino, per l’esposto volto all’esclusione di Altaforte: si tratta delle leggi Scelba (reato di apologia del fascismo, del 1952) e Mancino (reati di odio e discriminazione razziale, del 1993). Due leggi talmente controverse che la loro applicazione è spesso discrezionale, facendo queste palesemente a pugni con l’articolo 21 della Costituzione italiana, che sancisce la libertà di pensiero ed espressione. Libertà che, oggi, nell’era della trasparenza assoluta da social network, e cioè della sorveglianza altrettanto assoluta, è messa in serio pericolo.
Un pericolo che i movimenti cosiddetti sovranisti dovrebbero combattere sul serio, e non a colpi di post e tweet contro il “pensiero unico”, salvo poi lasciare a questo i mezzi per attaccarli. Il ministro Salvini, titolare del dicastero dell’Interno, ha una grande opportunità, in tal senso, per negare ai suoi avversari la possibilità di attaccarsi a leggi e leggine francamente ridicole: abrogarle. Sì, i sovranisti dimostrino che hanno gli attributi: cancellino le leggi Scelba e Mancino e mettano fine, una volta per tutte, a questo spettacolo circense della via pseudo-giudiziaria all’antifascismo.
Cristiano Puglisi – – http://blog.ilgiornale.it/puglisi