Lo State of the Union è appuntamento annuale che si tiene all’Istituto Europeo di Firenze, il Padrone di casa è il Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Ospiti di pregio, a Firenze. Tutti i candidati alla presidenza della prossima Commissione Europea, il cuore dei meccanismi decisionali del futuro di tutti noi (ancora) 28 Paesi. Manca all’ultimo momento solo il Presidente Parlamento Europeo, Antonio Tajani, richiamato con urgenza dall’indisposizione del Cavaliere.
E’ un appuntamento che l’Istituto Europeo di Firenze ospita tutti gli anni, presenti Ska Keller, candidato alla presidenza per i Verdi, Frans Timmermans, candidato per i socialisti, Guy Verhofstadt, per ALDE e Manfred Weber, per il Partito popolare europeo.
Che dice l’Italia? – – E’ un’ottima occasione per l’Italia per far valere il proprio peso e la propria posizione per esempio sui nuovi assetti europei. A proposito, ne abbiamo? Al di là dei bisticci alla Sandra e Raimondo, quali sono le posizioni dell’Italia ad esempio sulla prossima Commissione Europea?
Scopriamo pero’ all’ombra delle colline di Fiesole che il Ministro Moavero ha molto a cuore di perorare una causa. Verrebbe da credere che si tratti del ricollocamento dell’Italia all’interno dello scacchiere europeo. Oppure della gravissima crisi che sta investendo la Libia e la spaventosa catastrofe umanitaria che ne potrebbe derivare. Ma non è la politica estera dell’Italia ad agitare l’animo del Ministro degli Esteri.
Magari vuole un aiuto per la questione migranti, o la ricerca di una posizione comune sulla via della seta, prima che la Cina ci mangi come un involtino primavera.
Pare pero’ che quest’anno il nostro Ministro abbia brillato tra i leader europei che ospitava proprio per mancanza di politica estera tra i temi in agenda.
C’è una faccenda che preoccupa assai più il Ministro Moavero. E cioè cercare ad ogni costo di avere la poltrona di commissario italiano al prossimo giro della Commissione.
Una poltrona per lui – – – Fonti comunitarie di alto livello riferiscono in modo assolutamente univoco che nel corso dei suoi fitti incontri e colloqui il nostro Ministro degli Esteri fosse assai occupato a spiegare ai candidati presidenti della prossima Commissione EU quanto sarebbe perfetto lui come commissario europeo. I funzionari stupiti hanno cosi’ assistito ad un ministro che perorava una sola causa. La propria.
Non la politica estera, non le crisi internazionali o le questioni energetiche. Nei prossimi mesi verranno stabiliti gli assetti comunitari per i prossimi 5 anni e il Secolo d’Italia scopre che il Ministro degli Esteri nel corso degli incontri bilaterali con i leader parla solo della sua prossima poltrona.
Abbiamo visto come avere un Commissario di poco peso come Federica Mogherini abbia influito in modo negativo su quello che l’Italia è nel mondo.
I negoziati per ottenere un portafoglio di peso sono fondamentali. All’Italia, che è un Paese Fondatore, spetta un Vice Presidente della Commissione. Franco Frattini ebbe la Giustizia, Antonio Tajani i Trasporti e l’Industria. Il Governo Renzi scelse incautamente il portafoglio della politica estera dell’Unione (che pero’ non esiste, in materia ogni Paese è indipendente e sovrano).
Stiamo vivendo un momento di importanza chiave per il nostro futuro e scopriamo che chi dovrebbe rappresentare i nostri interessi è capace in realtà di rappresentare solo se stesso.